giovedì 27 giugno 2013

14° CantaPierGiorgio - SABATO 29 GIUGNO, 20.45 presso la Marna


Le prove per la gara canora sono nel pomeriggio, dalle ore 14.00 presso il Circolo Sestese (Marna)


domenica 23 giugno 2013

La porta che conduce alla vita


Ecco il racconto che vi ho promesso...
Buona settimana!

La cosa incredibile incominciò quando Giacomo aveva sei anni.
 La sua mamma era morta quando lui aveva solo due anni ed era stato affidato alle cure di una bambinaia un po’ distratta. Suo padre era un avvocato molto serio e importante, 
sempre preso da mille affari, 
che si occupava poco o niente del bambino. 
Così Giacomo aveva preso l’abitudine 
di girovagare nei dintorni della casa. 
Un giorno di novembre trotterellava per una via sconosciuta. 
Sulla destra la strada era fiancheggiata da un lungo muro bianchissimo. 
C’erano foglie di ippocastano sul marciapiede: grandi foglie gialle e verdi. 
Giacomo aveva una castagna in mano
 e la strisciava contro il muro camminando. Improvvisamente, al centro dei muro, 
vide che c’era una porta verde, con una maniglia dorata.La porta aveva un’aria invitante. Sembrava dicesse: "Aprimi, entra!".
 Giacomo esitò un istante. Tirò diritto fischiettando ancora un po’ fino alla fine del muro. 


Là in fondo la via riprendeva con negozi e case, 
che avevano l’aspetto normale di tutti i giorni. 
Travolto da un desiderio intenso, 
il bambino tornò indietro all’improvviso. Spalancò la porta ed entrò.
Si trovò di colpo nel giardino più incantevole 
che avesse mai immaginato. 
Anche l’aria era cambiata di colpo. 
Non era più quella triste e pesante della città. 
Aleggiava in essa un profumo esaltante, che dava una sensazione di leggerezza, di felicità e di benessere. 
E nei colori c’era qualcosa di magico 
che li rendeva incredibilmente vivi, perfetti, luminosi. 
Giacomo sentiva di respirare felicità.
 Vide due pantere enormi dal manto di velluto. 
Non provò paura. 
I due animali giocavano a palla in mezzo 
a un viale tutto bordato di fiori. 
Una di esse gli venne vicino 
e si lasciò accarezzare dalla manina di Giacomo, 
facendo le fusa come un grosso morbido gattone. 
Il bambino era affascinato dalle meraviglie che vedeva. 
Quello era un altro mondo. 


Una ragazza alta e bionda, con un sorriso dolcissimo, comparve sul viale e gli venne incontro. 
Lo baciò e lo prese tra le braccia con tenerezza infinita. 
Giacomo non si era mai sentito così bene. La ragazza lo prese per mano e lo portò a visitare il giardino. 
Gli fece visitare un palazzo stupendo, pieno di belle fontane, 
di cose splendide, di tutto ciò che si può desiderare e sognare. Giacomo trovò anche dei meravigliosi compagni di giochi,
che gli volevano bene.

 Poi, all’improvviso, arrivò una donna vestita di scuro che mostrò a Giacomo un grande libro. 
Lo prese a sfogliare, indicando al bambino le pagine. 
Sbalordito, Giacomo vide nel libro la sua storia: 
tutto ciò che gli era successo da quando era nato. 
Vide la morte della mamma, il papà, la sua stanza. 
Finché si trovò sotto gli occhi se stesso 
esitante davanti alla porta verde nel lungo muro bianco.

Giacomo fece per voltare pagina, ma la donna glielo impedì.
Sentì affievolirsi le voci dei compagni di gioco che gridavano: 
"Torna da noi! Torna presto da noi!", 
e si ritrovò nella lunga strada grigia, nell’ora fredda del pomeriggio, 
prima che si accendessero i lampioni. 
Nel muro, malinconico e screpolato, non c’era più nessuna porta.

Il bambino tornò a casa. Raccontò alla zia e al papà quello che gli era successo,
 ma fu punito... Perché, dicevano, non doveva raccontare bugie.
Giacomo mormorava la sua storia solo al cuscino. 
E ogni sera, dopo le preghiere ufficiali, 
aggiungeva sempre un’accorata preghiera personale: 
"Mio Dio, ti prego, fammi sognare quel giardino! 
Riportami al mio giardino! 
La prossima volta entrerò!". 
Dieci anni dopo, Giacomo era diventato uno studente modello, 
diligente e impegnato. 
Una mattina, mentre si affrettava verso la scuola, 
si trovò davanti all’improvviso il lungo muro bianco 
e la porta verde che dava sul giardino incantato.

L’aveva tanto cercata... 
Ma non pensò neppure per un istante ad entrare. 
Era preoccupato solo di non arrivare a scuola in ritardo.
"Tornerò nel pomeriggio", pensò. 
Ma aveva già molti impegni scolastici nel pomeriggio
e così rimandò la visita al giardino dei sogni.
Tornò il giorno dopo, ma non trovò più neanche il muro bianco. 
Chiese informazioni a qualche passante, 
ma nessuno aveva mai sentito parlare 
di un muro bianco e di una porta verde, da quelle parti.

Non rivide più la porta verde fino a 22 anni. 
Proprio il giorno in cui doveva sostenere 
l’esame più importante dell’Università. Guidava la sua piccola automobile con molto nervosismo, sbirciando spesso l’orologio. 
Ad un certo punto, dopo aver svoltato un angolo, 
se la trovò improvvisamente davanti. 
La porta verde, con la sua dolce sensazione 
di qualcosa di indimenticabile e ancora raggiungibile.
 Giacomo arrestò l’auto, combattuto tra due opposte volontà: 
entrare nel giardino o affrettarsi per dare il suo esame. 
Tentennò un attimo, poi scrollò le spalle e ripartì verso l’Università.

Si laureò e cominciò una brillante carriera di avvocato. 
"Quei cari amici e quella luminosa atmosfera", raccontò in seguito Giacomo,
 "mi sembravano molto belli, molto dolci, ma lontani. 
Il mio interesse si stava concentrando sul mondo. 
Ne vedevo un’altra, di porta aperta... La porta della mia carriera!".

Giacomo rivide altre tre volte la porta verde e il muro bianco. 
La prima volta stava correndo all’appuntamento 
con la ragazza che sarebbe diventata sua moglie. 

 
La seconda volta, dopo altri anni ancora, 
la porta gli si presentò livida sotto la luce dei fari dell’automobile. 
Giacomo sentì come un dolore acuto al petto. 
Era come se il mondo avesse improvvisamente perso ogni attrattiva. 
Desiderava più che mai rivedere il giardino della felicità. 
Ma proprio quella sera aveva un incontro 
importantissimo con un noto personaggio 
politico che gli aveva promesso un posto sicuro nel suo partito. 
E non si fermò.

La terza volta (era ormai diventato un famoso deputato), Giacomo vide la porta con la coda dell’occhio. 
Stava passeggiando con il ministro di un paese estero. 
"Abbiamo superato la porta continuando a chiacchierare. 
lo l’ho quasi sfiorata la porta. 
Era a meno di mezzo metro di distanza!", ricordava Giacomo. 
"Non potevo certo sparire in quel momento. Mi avrebbero preso per matto. E poi figuratevi i giornali!".

Passarono altri anni. 
La nostalgia del giardino incantato si faceva sempre più forte.
 Giacomo rimpiangeva le volte che non aveva avuto 
il coraggio di fermarsi ed entrare nella porta verde.
 "La prossima volta entrerò di sicuro... 
La prossima volta, qualunque cosa accada, mi fermerò..."
continuava a ripetere. 
Voleva a tutti i costi risentire l’aria pura, 
la dolcezza, la tenerezza del giardino e dei suoi abitanti. 
Girava e rigirava per la città. 
Ogni volta che intravvedeva un muro bianco, 
il suo cuore raddoppiava i battiti. 
Ormai viveva soltanto per ritrovare quella porta verde.

Ma non la ritrovò mai più.




Giacomo, il protagonista del racconto, aveva scoperto la porta della felicità. 
Ebbe diverse occasioni di ritrovarla in seguito. 
Ma non l’aprì più. 
Soprattutto perché gli si aprivano davanti altre porte: 
quella della carriera, quella del successo, quella dell’amore.
 Ogni volta, queste porte gli parevano più importanti della "porta verde", 
che pure lo aveva portato nel giardino della felicità totale. 
Solo alla fine si accorse che erano in gran parte illusorie, 
che la vera felicità era quella della porta verde. 
Ma era troppo tardi.
 Aveva bruciato tutte le sue possibilità. Avrebbe dovuto decidersi prima.
 Qualcosa di simile avviene per la scelta cristiana.
 Troppo spesso la decisione di essere cristiani finisce sepolta 
sotto il peso delle preoccupazioni e delle ambizioni quotidiane. 
Viene rimandata e trascurata, 
quasi fosse una scelta secondaria, inutile.
 Eppure è la decisione più importante: 
l’unica che può dare senso e completezza alla persona umana. 
Ma è una decisione che deve essere presa 
o gli affanni quotidiani la faranno passare in secondo ordine...
 

E' l'invito di Gesù ai suoi discepoli. 
 
"Entrate per la porta stretta,
 perché larga è la porta e spaziosa la via 
che conduce alla perdizione, 
e molti sono quelli che vi entrano. 

Quanto stretta invece è la porta ed angusta la via
 
che conduce alla vita e quanto pochi sono quelli che la trovano!" 

(Vangelo di Matteo 7,13-14)

martedì 18 giugno 2013

“ANDIAMO ALLE SUPERIORI” Liceo Mericianum, 26 giugno 2013 – h.9.00

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 Il Liceo Scientifico Mericianum  offre una opportunità ai ragazzi che stanno concludendo gli esami di terza media e intendono affrontare l’impegno dell’indirizzo liceale. Alcuni  insegnanti del nostro istituto saranno a disposizione degli studenti la mattina del  26  giugno a partire dalle ore 9.00 per presentare un breve percorso di avvicinamento ad un biennio superiore e  dare qualche consiglio sul metodo di studio e di organizzazione del lavoro a casa per affrontare al meglio il prossimo anno scolastico. Questa iniziativa, aperta a tutti alunni, può essere un’occasione in particolare per chi fosse interessato all’iscrizione alla classe Prima presso il nostro Liceo Scientifico: ricordo che sarebbe opportuno effettuare tale passaggio entro il 30 giugno.  

 Sesto Calende, 17 giugno 2013                                     Il preside, Prof. Alberto Zaninetta

domenica 9 giugno 2013

domenica 2 giugno 2013

2 giugno 2013

ATTENZIONE!
 L'anniversario di ordinazione di don Stefano Guidi è il 9 giugno e non il 7 giugno, come trovate scritto!
Buona settimana!

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