Ripropongo un articolo che ho scritto all'inizio del mio servizio a Sesto Calende. Costretto a letto, a motivo della frattura di tibia e perone subita giocando con alcuni giovani in montagna a Brusson, scrivevo pensando a come avrei voluto vivere l'Oratorio. Molte cose sono cambiate: siamo diventati Comunità Pastorale, camminiamo anche con la Comunità di Mercallo, abbiamo scelto di servire il Signore e la Chiesa attraverso la cultura che educhi al Vangelo nella Scuola.
Alcuni passaggi sono datati ma molte intuizioni sono ancora molto valide.
A questo articolo fa riferimento il pezzo che trovate sul nuovo FarOratorio.
Pensare, vivere, amare l’Oratorio
Il grave incidente che mi sta ostacolando nel poter conoscere più a fondo le nostre comunità, non m’impedisce tuttavia di cercare di comprendere che cosa significhi essere stato chiamato a servire una Comunità Cristiana, che ha le caratteristiche di una ricca e composita Unità Pastorale.
Il mio servizio poi ha il compito specifico di far posto ai ragazzi e ai giovani di Sesto Calende, attraverso quello strumento straordinario che è l’Oratorio.
Provo a dirvi i pensieri che vorrei accompagnassero sempre il mio agire. Non si tratta di avere già le risposte a tutte le domande, ma piuttosto si tratta di avere una strada da seguire, un percorso da compiere insieme con tutti coloro che vivono l’Oratorio come una benedizione.
L’Oratorio è l’espressione della sollecitudine educativa della comunità cristiana nei confronti delle giovani generazioni. È strumento del quale essa si serve per educare alla fede coloro che alla fede ha generato attraverso il battesimo. L’Oratorio, dopo la famiglia, è pertanto luogo privilegiato, anche se non l’unico dell’educazione alla fede. L’Oratorio non è perciò, prima di tutto, il bar, il campo o altre strutture. Esso è dato invece dalle persone che vi operano e da quelle che lo frequentano, dai rapporti educativi che esse instaurano.
In quanto è espressione di una Comunità Cristiana consapevole della sua vocazione missionaria, l’Oratorio deve saper riconoscere la possibilità di un’appartenenza diversificata: esso non ha preclusioni nei confronti di nessuno e non pone come condizione l’essere credenti o disponibili, comunque, ad una proposta di fede. L’Oratorio è aperto a tutti purché, da parte di ciascuno, non vi siano chiusure nei confronti delle sue specifiche finalità e vi si rispettino le elementari norme della convivenza sociale civile.
L’Oratorio, nell’educazione alla fede, tiene conto della gradualità della maturazione umana e cristiana e perciò non si limita a proporre la catechesi ma cerca di offrire altre attività, capaci di coinvolgere quante più persone è possibile, partendo dal diverso livello di maturazione umana e cristiana in cui ciascuno si trova. In tal modo, l’Oratorio desidera non trascurare nulla di ciò che può aiutare la persona a raggiungere in pienezza la maturità umana e cristiana, la propria vocazione.
L’Oratorio vuole accogliere fanciulli, ragazzi e giovani e educarli a costruirsi secondo l’esperienza di Gesù Cristo proposta dal Vangelo: nel mistero della sua storia trova luce il mistero dell’uomo.
L’Oratorio mette Cristo al centro, come motivazione prima ed ultima di ciò che in esso si fa. Per questo cerca di accogliere Cristo, presente in ogni persona.
Ogni attività dell’Oratorio deve avere a cuore che si riconosca l’amore di Cristo; ha bisogno dell’aiuto di tutti coloro che per esperienza o per desiderio intuiscono che la sua vita è un bene non solo per la Chiesa ma anche per il Paese in cui è situato.
Il nostro Oratorio si pone in cammino con l’esperienza della Pastorale Giovanile Diocesana che ha nell’attività decanale una sua declinazione più puntuale e vicina.
Il nostro Oratorio può diventare luogo di comunione, significativo interlocutore dei cammini educativi offerti dalla Scuola, dalle Società Sportive, dalle Associazioni locali.
Il nostro Oratorio deve tenere conto che per necessità raccoglie la storia di diverse Comunità, per questo deve trovare nel contributo di ogni Parrocchia energie, idee, luoghi che lo aiutino ad essere, sul territorio di Sesto Calende, segno della vitalità di una Chiesa che guarda al suo futuro nella vivacità, complessità e ricchezza dei suoi giovani.
Per contribuire a questo modo di vedere l’oratorio non basta la cura di don Franco, la disponibilità di don Roberto, la stima di don Dino. Per questo ho pensato di costituire il Consiglio degli Oratori. Non si tratta di creare un altro gruppo per impegnare una sera al mese, ma piuttosto dedicare una maggiore attenzione alla vita dell’Oratorio, scegliendo lo strumento dell’ascolto e del confronto, per promuoverne le attività e le iniziative, per coordinarle in modo che siano tra loro in armonia, per valutare se siano conformi alla finalità generale dell’Oratorio, se siano utili o opportune e se il modo concreto della loro attuazione è in linea con la natura dell’Oratorio, per studiare modi adeguati per coinvolgere, nella vita dell’Oratorio un sempre maggior numero di persone, allargando la composizione della Comunità Educativa, e garantendo la continua presenza di nuovi collaboratori.
È mia intenzione che il Condor tenga conto delle indicazioni del Consiglio Pastorale Parrocchiale, dei suggerimenti e delle richieste di coloro che operano nelle varie attività dell’Oratorio e di quelle di coloro che lo frequentano, delle provocazioni che, ritenute utili o valide, provengono da persone o da enti esterni all’ambito oratoriano o parrocchiale. Faranno parte del Condor il Parroco, che di esso sarà presidente di diritto, i sacerdoti dell’Unità Pastorale, i rappresentanti dei diversi gruppi o settori di attività (catechesi, animazione, ricreazione, sport…) e alcuni genitori provenienti dalle diverse Parrocchie. Essendo io responsabile anche della Pastorale Giovanile nella Parrocchia di Lisanza, spero di riuscire a coinvolgere anche qualche membro di quella comunità.
Sarei lieto che il Condor potesse iniziare la sua attività prima dell’estate, in modo che, dopo un necessario tempo di prova, possa offrire il suo forte contributo per l’anno pastorale 2006/2007.
Sarei inoltre contento se queste parole potessero diventare oggetto di dialogo e spunto di riflessione.
Credo che il Consiglio degli Oratori della nostra Unità Pastorale possa diventare occasione per aiutare il nostro Oratorio ad essere “luce e sale” per il nostro paese.
Grazie a tutti coloro che già pensano, vivono e amano l’Oratorio e a tutti coloro che con fiducia inizieranno a farlo.
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