Dopo l'esperienza del Pellegrinaggio di Fiducia sulla Terra a Roma promossa dalla Comunità di Taizè, dal 28 dicembre 2012 al 2 gennaio 2013, i giovani della nostra Comunità condividono i loro pensieri.
Alessandra
Ripensando
ai giorni trascorsi a Roma mi vengono in mente solo ricordi positivi e forti
emozioni.
Per me è
stata la prima volta in questa magnifica città, quindi tutto mi è sembrato
ancora più bello di quanto non lo fosse già.
Ciò che mi
ha colpito fin dalla partenza è stato l’arrivo di questi due nuovi amici che da
subito si sono integrati con facilità; anzi, uno di loro si svegliava ogni
mattina per primo a prepararci la colazione: ma chi glielo faceva fare?! Sono
proprio contenta di queste due “New entry”
e spero di avere ancora la possibilità di condividere qualche giorno con loro.
Una cosa
che mi ha proprio commosso però è stato l’incontro (anche se da lontano) con il
Papa. Anche qui per me era la prima volta: prima volta a S. Pietro, prima volta
che vedevo da vicino il Papa… insomma un’emozione che mai scorderò! É stato
fantastico vedere così tante persone provenienti da ogni parte dell’Europa
venire a Roma, fidandosi ciecamente, solo per una motivazione: Dio! Proprio questo mi ha colpito, pensare che
giovani provenienti da chissà dove, fanno ogni anno chilometri e chilometri di
strada per mettersi nelle mani di Dio. È sempre bello ritrovarsi in gruppi,
confrontarsi, ma la cosa che mi piace di più e vedere che ognuno di noi davanti
a Dio è uguale, preghiamo tutti, in lingue diverse, ma allo stesso modo. Mi hanno colpito inoltre le parole dette da
Don Roberto, spesso è difficile prendersi un po’ di tempo per la preghiera,
mentre in questi giorni abbiamo avuto la possibilità di metterci più volte in
ascolto del Signore attraverso i canti, la preghiera e la riflessione
personale.
"La preghiera è l'unica strada per
l'incontro con il volto di Dio, noi preghiamo perché Gesù pregava. Diffidate di
coloro che non credono nella forza della preghiera, tenete tra ciò che avete di
più caro il Vangelo, tenetelo nello zaino o nella borsa quando andate in
università o al lavoro, apritelo e leggetelo senza la preoccupazione di
comprendere tutto ma ricordando che la parola di Gesù è creativa, l'unica
capace di rinnovare e ricreare il cuore..”
(Cit.)
Andrea
È stata un’esperienza bellissima,
senza alcun dubbio! Difficile? Faticosa? Assolutamente sì, come del resto tutte
le cose belle che si portano nel cuore. La fatica è stata tanta ma ci ha
permesso di vivere un bellissimo pellegrinaggio, acquisendo la consapevolezza
che ognuno di noi può rendere questo mondo un po’ meno buio e, anzi, sempre più
luminoso oggi, domani e sempre. Ciò che è stato più emozionante è il silenzio.
Il silenzio che quarantamila giovani sono in grado di creare in un clima di
preghiera. Un silenzio che parlava, che diceva tante cose, a noi che crediamo
ma anche a chi è più lontano dal Signore Gesù. Fantastici sono stati anche i
momenti nei quali eravamo seduti per terra per la preghiera nelle basiliche,
vicino a sconosciuti che in quel momento, però, senti essere tuoi compagni di
viaggio, tuoi amici, persone che almeno su Qualcuno la pensano come te. Davvero
bello, e non scontato, è stato anche il momento di preghiera alla Scala Santa,
che ci ha visto recitare un rosario mentre la percorrevamo in ginocchio,
gradino dopo gradino.
Particolare,
emozionante, bello, intenso, è stato l’incontro serale in San Pietro con il
Santo Padre. “Cristo non vi toglie dal mondo. Vi manda là
dove la luce manca, perché la portiate ad altri”: queste alcune delle parole ascoltate da papa Benedetto
durante la veglia di preghiera. Ed è questa la missione affidata a tutti noi
cristiani, giovani e meno giovani: portare la luce di Cristo nel mondo,
negli angoli più bui, perché non venga più a mancare. Ascoltare il successore
di Pietro pronunciare queste parole così forti, vedere tutta piazza san Pietro
illuminata dalle candele che ogni pellegrino aveva in mano, ha reso il momento
davvero elettrizzante. Essere tutti lì, ad ascoltare, a pregare, è stato un
momento di vera comunione con tutta la Chiesa del mondo.
Questo pellegrinaggio è stato
risposta a chi ritiene che i giovani d’oggi non hanno valori, non hanno
obiettivi, non sanno apprezzare la vita. A Roma questi giovani hanno dimostrato
di avere dei valori, di sicuro di averne almeno uno, il più importante: Gesù
Cristo.
Chiara
Pregheria, canto, semplicità,
amicizia, arte: parole quasi scontate che descrivono la straordinarietà di
queste giornate.
Preghiera e canto. Ciò che scandiva il tempo delle
nostre giornate erano gli appuntamenti di preghiera nelle diverse basiliche di
Roma. Sedersi per terra, accanto a giovani sconosciuti che non sempre avevano
la tua stessa intenzione di fare silenzio e di ascoltare una parola buona; la
consapevolezza di non essere in un luogo qualsiasi, ma nella Casa del Signore;
il canto, invocazione allo Spirito e a un’intimità profonda con Dio e “sostegno ed espressione incomparabile della
preghiera”. (papa Benedetto XVI)
Silenzio.
Stupisce pensare al clima di raccoglimento che migliaia di giovani riescono a
creare, nonostante la fatica e la stanchezza. La percezione di non essere soli
ma di essere parte di una Chiesa fatta di uomini diversi ma accumunati
dall’amore verso il Signore Gesù, si fa più certa. Custodisco lo sguardo di
tanti che, come me, sono alla ricerca di quel Volto amorevole di Dio che non
abbandona mai.
Semplicità. Appare quasi un ossimoro pensare
agli ultimi giorni dell’anno e parlare di semplicità. Eppure è così. Può
avvenire di essere accolti in 18 nello stesso alloggio, insieme ad altri 4
amici stranieri e dover condividere un unico bagno con doccia, gli stessi spazi
comuni, la stessa camerata per il riposo… Così come devi prepararti a
trascorrere le notti a stretto contatto con il pavimento! Semplicità significa trascorrere un capodanno che non dà valore al
puro divertimento ma che privilegia la lode a Dio per l’anno trascorso e
l’affidamento a Lui per quello che comincia, un capodanno che fa gioire insieme
agl’altri popoli, un capodanno bello perché semplice.
Arte. Roma è Roma! Pregare nelle
grandi basiliche romane credo sia stato l’elemento che più ha diversificato
questo pellegrinaggio dai precedenti. Incredibile osservare le basiliche
dipinte e curate in ogni centimetro, pensare ai capolavori che uomini antichi
hanno saputo creare, con i pochi mezzi a disposizione. Immenso lo stupore nel visitare
luoghi sconosciuti, come la chiesa di Santo Stefano Rotondo o ritornare nella
Basilica per eccellenza, San Pietro.
Amicizia. Una simile esperienza vissuta
insieme agli amici diventa ancora più preziosa. Ognuno di noi è arrivato a Roma
con domande e pensieri custoditi nel cuore, con il desiderio di vivere delle
giornate speciali! Sono stati tanti i momenti in cui si è sperimentato il
valore dell’amicizia, dell’accoglienza dell’altro per il bene che è. L’ultimo
giorno don Roberto ci ha confidato che siamo “giovani capaci di cercare Dio”;
sono convinta che questo sia possibile perché insieme abbiamo pregato, abbiamo cantato, abbiamo fatto silenzio,
abbiamo scherzato. Ora sta a ognuno di noi cogliere l’invito del Santo Padre ad
essere “piccole luci per quanti vi circondano”.
Eleonora
Quest’anno il
pellegrinaggio di Fiducia sulla Terra è stato un po’ speciale, speciale perché
si è svolto a Roma, la “città eterna”, una città bellissima e affascinante in
ogni suo angolo; speciale per le preghiere, che diversamente dal solito, non si
sono svolte in una fiera, ma nelle basiliche della città, e perciò sono state
un momento molto intenso; speciale perché abbiamo vissuto tutti insieme
nell’oratorio (COR) di Don Giovanni, il che, nonostante qualche piccolo
“inconveniente” è stata una bella opportunità. E poi è stato speciale perché
Sabato 29 Dicembre siamo stati accolti in circa 40000 giovani, provenienti da
tutta Europa, in piazza San Pietro dal Papa Benedetto XVI, per me questo è
stato il momento più emozionante e indimenticabile allo stesso tempo! Essere in
quel luogo con le nostre candele accese a pregare tutti insieme secondo lo
stile della comunità di Taizè, ricevere la benedizione del Santo Padre e il suo
messaggio è stato un momento unico! Il messaggio del Papa rivolto a noi giovani
c’invita a essere luci per quanti ci circondano nel nostro vivere quotidiano,
ed è proprio con questo spirito che vorrei vivere l’anno appena iniziato,
cercando di essere una piccola fiaccola che illumina con la sua luce, come
quella che tenevo in mano quella sera, portando con me queste parole: “Cari giovani amici, Cristo non vi toglie dal
mondo, vi manda là dove la luce manca, perché la portiate ad altri”.
Matteo
L’esperienza è stata veramente incredibile per due motivi. Il primo è che, in quei giorni, tutti i muri legati alla differente cultura, lingua e abitudini sono stati abbattuti. Ci si sentiva sempre a casa, in quanto avevamo fatto tutti tanti chilometri per un solo motivo: incontrare il volto di Dio. Ciò era ben visibile negli sguardi, nelle
espressioni, nei sorrisi di ognuno che partecipava alle preghiere nelle varie
basiliche. Sono molti i sorrisi che persone sconosciute mi hanno regalato
gratuitamente e che ricorderò con gioia. Il secondo motivo riguarda la
condivisione della felicità, fatiche, momenti di silenzio e preghiere. Ho
imparato come la vera gioia stia nella semplicità delle cose! Mi porto a casa
la volontà di riprendere tutte queste emozioni nella mia quotidianità!
Matteo
L’esperienza è stata veramente incredibile per due motivi. Il primo è che, in quei giorni, tutti i muri legati alla differente cultura, lingua e abitudini sono stati abbattuti. Ci si sentiva sempre a casa, in quanto avevamo fatto tutti tanti chilometri per un solo motivo: incontrare il volto di Dio. Ciò era ben visibile
Marco
In questo
pellegrinaggio ho scoperto due punti fondamentali della fede Cristiana, oltre
che della mia fede: la prima è l'importanza della dimensione di Chiesa, del
collaborare tra cristiani, dell'essere disponibili e generosi nella preghiera,
nel sentirsi parte reale di quella Chiesa che Gesù stesso ha voluto. Il
sostegno dei fratelli è fondamentale affinché ognuno di noi non si perda nel
suo cammino di fede! Non siamo mai soli!
Il secondo
aspetto è l'umanità di Gesù! Forse a volte non ci rendiamo conto di quanto ci
debba dare forza il fatto che Dio si sia messo in gioco incarnandosi e vivendo
una vita umana per dimostrare ad ognuno di noi che ce la possiamo fare! Ed è
proprio la celebrazione del Natale che ci ricorda quanto sia nato fragile ed
indifeso proprio come ognuno di noi. Ha affrontato fallimenti, la paura, ha
pregato anche lui Dio affinché gli desse la forza di restare nella fede, di
Fidarsi di Lui! È proprio questo che dobbiamo fare: fidarci di Dio anche quando
non si comprende realmente quale sia il progetto che ha in mente per noi. Solo
così potremo irradiare il mondo della Luce di Dio, proprio la stessa luce che
Gesù, suo figlio, ha saputo mantenere accesa nella sua vita mortale basandosi
sulla Fiducia in Dio Padre e nella comunione con i fratelli. Senza di noi,
oggi, quella stessa luce sarebbe spenta! Il nostro compito è vivere con uno
sguardo di profonda fiducia in Dio!
Paolo
Paolo
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