Una delle mete principali del nostro viaggio è la città di Arezzo, a motivo del legame con l'Abbazia di Sesto Calende. San Donato, vescovo e martire, è infatti il patrono della città toscana e della nostra bellissima chiesa. Ma prima di arrivare ad Arezzo, ci fermiamo a Cortona e scegliamo di salire al convento delle Celle. Questo luogo fu scelto da Francesco d'Assisi come rifugio per la preghiera personale. Negli anfratti rocciosi della montagna che sovrasta il bellissimo borgo, ricavò un rifugio che fu sua dimora anche negli ultimissimi mesi della sua vita. Un frate ci racconta il perché di una realtà come questa che nel tempo si è caratterizzata con la costruzione di diversi edifici, abbarbicati tra le rocce. Il Santo poverello di Assisi amava stare a lungo in preghiera e un luogo difficilmente raggiungibile e impervio gli consentiva ampi spazi di silenzio. In posti come questo Francesco alimentava la sua passione per Dio e per l'evangelizzazione. Celebriamo la Messa nella chiesa e chiediamo al Signore il dono di una fede sempre più capace di abbandono, pur nella fatica quotidiana del dubbio, delle scelte significative, nell'incertezza di un futuro. Mentre don Roberto confessa, si ha la possibilità di sostare nella pace e nella tranquillità di questa straordinaria testimonianza di fede. Lasciamo l'eremo con la sensazione di aver ricevuto nel cuore il seme fecondo di una novità che siamo certi non tarderà a farsi conoscere.
Raggiungiamo in fretta la seconda meta dell'itinerario di questa giornata. Parcheggiamo vicino alla chiesa di San Domenico e ci fermiamo per il pranzo (alle 14.00) al bar Duomo. Iniziamo la visita della città dal Duomo, dedicato al Santo Patrono. Sotto l'altare maggiore è possibile vedere le urne delle principali reliquie. Le decorazioni dell'altare narrano la storia di Donato, che a motivo dei molti miracoli compiuti ha avuto una fama che ha portato la conoscenza della sua storia in tutto il mondo. Di questo ne è testimonianza singolare la dedicazione della nostra Abbazia propria al Santo vescovo aretino. Ci dirigiamo verso la Pieve di Santa Maria, esempio del romanico in Toscana e custode del busto reliquiario di San Donato in argento dorato del 1346 e del grande polittico (Madonna con bambino e santi) di Pietro Lorenzetti. Dietro l'abside della bellissima basilica troviamo la Piazza Grande, realizzata nel XIII secolo, rappresentativa del nuovo governo comunale. La piazza, trasformata nel tempo anche grazie all'intervento del grande maestro Giorgio Vasari, ospita le principali manifestazioni culturali della città, il mercato e la famosa "Giostra del Saracino". Continuiamo a percorrere la città e giungiamo alla chiesa di San Francesco che all'interno custodisce uno dei documenti pittorici più celebrati della storia dell'arte italiana: la Leggenda della Vera Croce di Piero della Francesca. La simpatica signora addetta all'accoglienza di coloro che dopo aver pagato un oneroso biglietto di ingresso incontra
i visitatori, è significativamente acida. Alle 17.35 la biglietteria non presta alcun servizio, pur avendo al banco un giovane impiegato che crediamo potrebbe spendere dalla 1 alle 2 calorie nell'erogare i biglietti necessari per la visita della Cappella Bacci. Rimaniamo un poco delusi e ripensiamo alla differente accoglienza che solo ieri abbiamo ricevuto. La prima domenica del mese la città è invasa da rigattieri, pseudo antiquari e venditori di vere e proprie cianfrusaglie. Ci divertiamo nell'osservare oggetti antichi, libri, stampe. Raggiungiamo la chiesa di sant'Agostino che visitiamo velocemente perché ormai è ora di chiusura. Trasformiamo quindi la piazza in un parco giochi. Sono le 19 e ci sono ancora 36 gradi; scatta la scintilla del "mo' ti faccio un gavettone". Più di uno si incammina verso il ristorante completamente fradicio. Entriamo nella vineria l'Agaria: siamo stati indirizzati qui dopo un incontro provvidenziale con un signore che abbiamo scoperto essere l'onorevole Vasco Giannotti. Questo locale è tra i più antichi della città. La tavola si imbandisce di salumi, formaggi, bruschette, panzanella, farro, melone, pici al tartufo e una ricca grigliata, contorni di insalata, patate e fagioli, tutto accompagnato da del buon Chianti. Caffè, limoncello e "benzina" (difficilmente ti regalano una grappa buona!). Tutto questo a un ottimo prezzo. Ci avviamo sulla strada del ritorno. Un'altra giornata straordinaria si chiude e ci ritroviamo nuovamente lieti e sereni. Certamente arricchiti dalle bellezze ammirate ma anche da affetti che diventano sempre più significativi. La gratitudine ancora una volta diventa preghiera. Dio ci benedica!
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