"Inspiegabilmente" i movimenti di questa mattina sono molto più lenti. La colazione così è più veloce e leggera, abbiamo ancora da smaltire qualche residuo della cena di ieri. La preghiera del mattino ha come
tema l'amore come cuore della legge. Il racconto giovanneo dell'adultera perdonata ci ricorda come la libertà nasca dal riconoscere l'urgenza di essere perdonati. Partiamo per Siena. Dopo alcune peripezie per trovare parcheggio, finalmente giungiamo alla basilica di San Domenico. Qui celebriamo la Santa Messa nella cappella di Santa Caterina; in questa chiesa infatti è custodita la reliquia più preziosa della Santa patrona d'Italia. È ora di pranzo: onoriamo la grande tradizione culinaria senese mangiando quello che mangeremmo anche all'autogrill di Besnate - non basta una sera per imparare l'arte del cibo come ritualità e non solo come carburante -.
Siena ci regala anche l'incontro di alcuni amici: gli svizzeri Luca e Caterina e la famiglia di Nicolò Bertoni che ha vissuto l'esperienza della vacanza comunitaria a Brusson con i suoi coetanei preadolescenti. Sorpresa anche la presenza di Lorenzo Zeni! Proviamo la candid camera, giá riuscita a Innsbruck e a Madrid, dell'inseguimento dello "sveglione" di turno ma non ci riusciamo (riproveremo ad Arezzo!). Giungiamo al Duomo e rimaniamo affascinati dall'imponenza della costruzione e dalla straordinaria bellezza della facciata. La maggior parte di noi decide di visitare l'interno della Cattedrale. Gli altri si recano a visitare un pozzo di origine etrusca, parte dell'acquedotto che fu realizzato nell'XI secolo ed è tutt'ora funzionante. Casualmente il pozzo si trova sotto il ristorante "Il Gallo Nero". Assaggiamo alcuni prodotti tipici, in particolare la cinta senese, il panforte e la Verbina (il "limoncello" di Siena). Ci si ritrova tutti alla chiesa di San Francesco che custodisce il miracolo eucaristico delle particole. Ci rechiamo poi al Santuario di Santa Caterina, costruito nel luogo nativo della nostra Patrona.
Lasciamo la città e andiamo verso l'abbazia di San Galgano. Qui troviamo l'unica testimonianza di una spada conficcata nella roccia. Il riferimento é alla conversione di un cavaliere di nome Galgano, ma alcuni ipotizzano un riferimento anche alla famosa leggenda di re Artù e del cavalieri della Tavola Rotonda. L'abbazia cistercense è ora luogo di rappresentazioni, di spettacoli musicali e teatrali in quanto si presenta molto suggestiva a motivo del fatto che non ha più la copertura. La stanchezza impera, creando qualche tensione. Il viaggio di ritorno verso Pienza è molto lungo. Don Sergio ha prenotato per noi presso il nostro locale di riferimento qui in Toscana, la Buca delle Fate. Rispetto a ieri sera il menù è più sobrio, che non significa però meno buono e meno abbondante.
Due passi ancora per Pienza e poi torniamo a Castelmuzio. La preghiera comune rinnova l'invito a lasciarsi incontrare dalla misericordia di Dio. Anche questa sera abbiamo molti motivi per cui dire grazie! Buonanotte!
Nessun commento:
Posta un commento