La luce del primo giorno dell'anno che penetra dalle finestre e il profumo del caffè risvegliano i 5 "mazharanesi". La colazione è veloce ma arricchita da una torta speciale per il compleanno di Paolo. Insieme ai genitori berlinesi, si recano alla Chiesa Cattolica per la Santa Messa con gli altri amici ospiti della parrocchia. La celebrazione è presieduta dal parroco Padre Albert, il quale durante l'omelia invita Paolo, Paolina (la leader polacca!) e Cristine (la responsabile della parrocchia) a condividere con tutti, parrocchiani e non, un pensiero relativo a queste giornate e all'esempio che esse possono essere per l'Europa intera. È arrivato il momento di salutare i nuovi amici, scattare qualche foto, scambiarsi gli ultimi contatti e augurarsi un buon anno con la speranza di rincontrarsi il prossimo dicembre a Roma.
Ad attendere i nostri 5 amici a casa è un pranzo tipico del Nicaragua: il primo piatto, Guacamole, è a base di Avocado, uova, pepe e cipolle. La seconda portata prevede "pollo al vino" con salsina di carote, peperoni e spezie accompagnato da un riso speciale con carote e patate. Macedonia e caffè espresso. L'atmosfera è davvero familiare: oltre ai genitori, ci sono anche Alexandra (la figlia) con il fidanzato e Cris, il figlio. Nel frattempo inevitabile è il pensiero ai 5 amici rudowesi. Tante risate in semplicità. Il gruppo dei 5 è profondamente stupito dalla calorosa accoglienza e dall'affetto che in questi pochi giorno si è creato. È difficile andare via! A ognuno viene lasciato un piccolo "regalo dolce" e qualcosa da stuzzicare durante il lungo viaggio di ritorno. L'ultima foto con la famiglia Saenz e poi la partenza verso il luogo di ritrovo dei pullman italiani. Un lungo abbraccio e un grazie immenso a Elizabeth e Ivan concludono queste giornate berlinesi in compagnia di una famiglia speciale!
I poveri rudowesi al loro risveglio, oltre a preparare i bagagli, devono anche provvedere alla pulizia della casa. Il tempo corre veloce e senza colazione si corre verso la Chiesa di San Joseph per la messa. In particolare don Roberto è protagonista di una corsa contro il tempo per poter concelebrare (della serie "chi corre all'inizio dell'anno corre tutto l'anno"... niente di nuovo insomma). A parte la lettura del Vangelo in spagnolo, italiano, lituano e francese, il resto della messa è rigorosamente tutta in tedesco. Il parroco appare completamente estraneo all'evento. Durante la celebrazione non viene proposto alcun canto di Taizè, e la partecipazione dell'assemblea appare un po' passiva. Nota originale è quella relativa al sacrista/accolito che compare diverse volte sull'altare, sfoggiando dei meravigliosi orecchini con pendagli a firma di piccole croci.
Ma la messa è la messa e ai nostri amici basta la presenza reale di Gesù, anche se ci viene da un prete un po' freddino e disinteressato alla nostra storia.
Terminata la celebrazione i 5 si recano alla Chiesa evangelica per incontrare le famiglie che li ospiteranno per il pranzo. Jojin, Elena e Silvia sono accolti da due anziani che offrono un piatto unico e sostanzioso. Inoltre regalano del cibo per il viaggio di ritorno. Don Roberto e Mauro vengono accolti invece da Host e Ingrid. Con loro a pranzo ci sono anche due ragazze polacche che Mauro intrattiene e incanta. Il menù del pranzo del primo giorno dell'anno prevede: polpettone di lepre, peperonata con contorno di tagliatelle. Dell'ottimo succo d'arancia sostituisce il nostro più classico succo d'uva. Il dessert è un mix di frutti rossi con crema di vaniglia. Completamento del desinare é un discreto caffè. Salutano i loro benefattori dopo aver lasciato loro un piccolo dono (vino dolce e miele di castagno). Si corre, nuovamente (l'avevamo detto...) verso la metropolitana. Il gruppo si ricompone. La meta è il luogo dove sono parcheggiati i pullman: Passenheimerstrasse.
Gli amici poveri incontrano gli amici ricchi ed è subito festa. Festeggiamo il compleanno di Paolo e salutiamo Jojin che tornerà a Roma per altra via (anticipazione dell'Epifania).
Inizia il lungo viaggio di ritorno.
Don Roberto propone, in un breve momento di preghiera, di saper far memoria di questa esperienza. Invita inoltre alla gratitudine per tutti coloro che ci hanno permesso di vivere questa esperienza.
I racconti dei pellegrini sono un inanellarsi di episodi e aneddoti. In tutti c'è un seme di bene che sappiamo fiorirà: "Non sono soltanto responsabili dei popoli che costruiscono il futuro. Il più umile tra i uomini può contribuire a costruire un avvenire di pace". (frére Roger)
Grazie per aver vissuto con noi questo pellegrinaggio.
Dio vi benedica!
Grazie dei vostri racconti e delle foto.
RispondiEliminaMi sembrava di essere lì con voi!
Augusta