Si avvicina il Sinodo dei giovani voluto dal Papa e un nostro giovane, Simone, che con i suoi amici nello scorso agosto ha partecipato all'incontro dei giovani italiani, oggi durante la festa dell'oratorio ha offerto a tutti la sua testimonianza! Buona lettura!
Ciao a tutti. Sono Simone un ragazzo di 19 anni che domani inizierà a frequentare l’università di statistica a Milano.
Ho sempre frequentato l’oratorio, sin dalla prima elementare, e devo ringraziare sopratutto mia madre per avermi dato questa possibilità.
Durante l’estate ho sempre preso parte alle esperienze proposte dall'oratorio dalla terza elementare fino ad ora, e devo dire, senza dubbio, che sono le esperienze più belle, quelle che lasciano maggiormente il segno.
Questa estate, dal 7 al 12 agosto, al gruppo dei 18enni e giovani di cui faccio parte, è stato proposto di prendere parte a un pellegrinaggio che è partito da Orvieto ed è arrivato fino a Roma, dal Papa. Il nostro gruppo si è unito ad altri gruppi di giovani della nostra diocesi e insieme abbiamo vissuto questo grande evento fortemente voluto da Papa Francesco in occasione del sinodo sui giovani che lui stesso ha voluto. Da ogni diocesi i giovani italiani per incontrare il Papa. Il titolo di questo evento organizzato dalla pastorale giovanile della CEI è significativo e già dice tutto: PER MILLE STRADE.
Mi è stato chiesto di fare una piccola testimonianza sulle sensazioni che ho provato e che ancora provo dopo quel viaggio.
“L’unica regola del viaggio è: non tornare come sei partito. Torna diverso.”
Ho scelto questa fase di Anne Carson perché credo sia il riassunto perfetto del significato che ha avuto per me il pellegrinaggio a Roma. Prima di partire mi ero prefissato un obiettivo, quello di cercare di capire un po’ meglio la mia fede, cercare di rafforzare il mio rapporto con Dio, che fino a quel momento, devo ammettere, non aveva basi fortissime o perlomeno era una parte della mia vita che avevo un po’ trascurato a favore di altre, perché evitare le questioni più difficili è facile.
Invece questa volta ho deciso di mettermi in gioco completamente, di affrontare i problemi a viso aperto, non senza paura, ma con la consapevolezza che quel viaggio sarebbe stato dedicato completamente al rapporto con me stesso alla luce della mia fede.
Già dal primo giorno si respirava un’aria diversa rispetto alle esperienze estive passate. Si capiva che sarebbe stato qualcosa di più importante e impegnativo, che avrebbe lasciato meno spazio allo svago e più alla preghiera e alle riflessioni personali; ma non ci siamo fatti intimorire e lo abbiamo vissuto a pieno.
Vedere tutti quei ragazzi in cammino verso un unico obiettivo, l’incontro con il Papa al Circo Massimo, faceva pensare a quanto possa unire la nostra fede, a quanto noi cristiani siamo uniti nel nostro credo.
Questo viaggio è stato occasione di riflessioni personali con compagni di una vita, ha dato la possibilità di rafforzare amicizie grazie alle lunghe chiacchierate durante il cammino ma, cosa più importante, ha dato l’opportunità di conoscere nuove persone mai viste che però erano legate da un solo vincolo: la fede in Cristo.
Come ho detto ero partito un po’ per capire a che punto era il mio rapporto con Dio. Devo dire che finito questa esperienza spettacolare ho acquisito più consapevolezza, cosa che prima mi mancava. Sono più cosciente di ciò che sono e di ciò in cui credo, ho riscoperto il Sacramento della confessione che prima trascuravo ma soprattutto ho capito il valore della preghiera personale, di quanto il fermarsi ogni tanto una mezz'oretta per parlare con sé stessi e con Dio sia importante per una crescita personale e per migliorare sempre di più rapporto con gli altri.
Ho fatto esperienze che mai avrei pensato di fare nella mia vita: ho dormito in una chiesa, mi sono confessato alle 3 di notte e alle 4 di notte mi sono ritrovato dopo la confessione a discutere con amici del mio rapporto con il Signore.
Tutto questo però aveva uno scopo: l’incontro con Papa Francesco al Circo Massimo. Credo sia stato il discorso più toccante a cui io abbia mai assistito. Fin da subito mi ha toccato il cuore, dalle prime parole, per la sua semplicità ma allo stesso tempo per i suoi argomenti molto attuali e molto vicini alla vita di noi giovani. 70000 ragazzi in totale ammirazione e ascolto di quelle parole che ti toccavano nel profondo e che un pochino mi hanno cambiato la vita.
Credo di essere tornato diverso, spero che con il tempo questa mia nuova consapevolezza venga sempre più fuori scalzando tutte le mie insicurezze.
Ringrazio Don Giorgio e gli educatori per questa esperienza, ma soprattutto tutti quei compagni di viaggio che hanno contribuito a renderla speciale.
Simone Agostini
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