Aiutati ogni giorno dalle parole del nostro Arcivescovo Scola, abbiamo cercato di capire che la vita cristiana non ha parentesi ma è sempre e in ogni ambito una risposta d'amore. Riportiamo di seguito la bella testimonianza di un giovane che ha partecipato all'esperienza.
A un anno di distanza dal viaggio
a Firenze, partiamo alla volta di Napoli. Appena arrivati in città ci dirigiamo
a visitare il Duomo intitolato a San Gennaro, con al suo interno anche le
reliquie del Santo a cui i napoletani sono molto devoti. Successivamente
entriamo a Neapolis Sotterrata: una città vera e propria che si estende sotto
tutto il centro storico.
Il secondo giorno è stato
probabilmente il più "impegnativo" e carico dal punto di vista
emotivo. In mattinata siamo ospiti da Fra Giuseppe alle porte di Frullone, nel
monastero in cui lui alloggia con altri
frati francescani. Ci parla della propria quotidianità all'interno del
monastero, dell'impegno dei frati al di fuori di esso, a stretto contatto con
le persone più bisognose e di quanto sia a tratti difficile un rapporto
costante con i ragazzi, i bambini che sono distanti sia dal messaggio cristiano
sia da una vita ai nostri occhi "normale". Ha voluto sottolineare il fatto che il lavoro
da fare in zone come queste, è tanto. Un
territorio che ha bisogno della continua propensione ad amare da parte delle
persone che offrono il proprio aiuto, persone che sono disposte a fare del bene
concreto. Un territorio, a volte, dimenticato ed emarginato.
Ci troviamo a poche fermate di
tram da Scampia. Dentro di noi percepiamo tante emozioni, forse discordi, già
solo quando i nostri sguardi si incrociano con quelli dei passanti all'interno
del quartiere, come se si entrasse in un mondo a parte, troppo lontano dalla
realtà per essere salvato.
Ci accoglie calorosamente il
parroco Don Alessandro, un uomo che si sta impegnando da anni nel suo luogo
nativo. Ci racconta quanto la criminalità organizzata influisca sulla vita
delle persone che abitano in questa periferia di Napoli e quanta fatica si
faccia a convivere con queste continue sottomissioni. Però, ciò che in lui
spicca maggiormente, è sicuramente la tenacia e la dedizione nel voler
trasmettere un insegnamento di Fede e speranza alle persone che visitano e
anche a quelle che popolano questo quartiere ormai così problematico.
L'ultimo giorno visitiamo San
Severo e la maestosa piazza Plebiscito,
la piazza più importante di Napoli. Prima di partire ascoltiamo una breve
testimonianza di una suora che appartiene alle Missionarie della carità di
Madre Teresa, che vogliono portare il loro esempio concreto e il messaggio di
misericordia professato da sempre da Madre Teresa nel mondo.
Torniamo a casa da questa esperienza con uno sguardo sicuramente
diverso sulle persone e sulle differenti realtà. Abbiamo realizzato che spesso ci soffermiamo
su banalità trasformandole in problemi, che problemi in realtà non sono; quanto
esperienze simili ci aiutino ad apprezzare maggiormente il bene che abbiamo tra
le mani e che non sarebbe giusto sciupare inutilmente; quanto c'è bisogno
d'aiuto in un territorio così apparentemente lontano, che tanto lontano da noi
non è, perché alla fine siamo lontani solo qualche ora di treno.
Abbiamo capito quanto i nostri rapporti possano essere coltivati grazie
alla Fede, per poi fiorire rigogliosi. Per una vita senza parentesi, provando a
tenere uniti i capitoli della nostra vita.
Pietro D’Angelo
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