Durante i recenti esercizi spirituali è stato bello poter ascoltare la testimonianza di Paola, la mamma del giovane Marco Gallo, morto tragicamente in un incidente stradale. Una storia semplice ma forte nel ricordarci la presenza viva del Risorto. Nonostante tutto.
E’ venerdì di Quaresima. Siamo alla fine degli esercizi spirituali parrocchiali tenuti alla presenza o meglio in “compagnia” delle reliquie del santo e amato papa Giovanni Paolo II.
Nella basilica si San Bernardino si respira un’aria più solenne del solito, con la presenza di parecchi giovani riuniti per la Via Crucis e di numerosi fedeli sestesi e delle parrocchie limitrofe.
Tanto interesse è stato suscitato anche dalla presenza in chiesa, accanto alla figura stimata e arcinota di Giovanni Paolo II, di parecchi volti, perlopiù sconosciuti, di giovani uomini e donne:” I santi della porta accanto”. Una mostra itinerante che ha voluto portare all’attenzione dei credenti, in particolare dei giovani, le figure di persone speciali per aver vissuto la loro pur breve vita, alla ricerca del volto di Dio, in una tensione crescente e progressiva verso di Lui.
Tutto ciò sarebbe già stato più che sufficiente per riflettere e meditare ma a raccontare dal vivo uno di questi giovani è presente la mamma di uno di loro: Marco Gallo.
La signora Paola Cevasco, si avvicina all’ambone con una certa titubanza e trepidazione, quasi con incertezza. La guardo e mi impressiona la sua giovane età. Mi dico poi, che avendo avuto un figlio morto nel 2011 a soli 17 anni, anche lei non poteva che essere ancora giovane. Questa riflessione mi serve per contestualizzare, per realizzare che si sta parlando di un nostro contemporaneo. Un giovane che avrebbe avuto ora solo 25 anni!
Inizia a raccontare, della normalità di questo suo figlio, vivacissimo, attivo e curioso. Amante della compagnia ma estremamente attento a ciò che lo circonda. Da bambino colleziona ed esplora ogni cosa, voleva conoscere e scoprire le realtà che incontra, mosso da un desiderio insaziabile di non perdere tempo. Non si accontenta mai. Alla ricerca continua di risposte. Approda poi alle superiori dove incontra delle difficoltà in ambito scolastico, vive le incertezze e i desideri dei coetanei con la tensione verso gli amici e l’attesa delle uscite del sabato sera. Un ragazzo come tanti, con le stesse aspirazioni.
Eppure Marco non smette di porsi delle domande, di lasciarsi interrogare da una Presenza che, via via, diventa sempre più significativa al punto di cambiare i propri atteggiamenti, sulla strada di una ricerca costante della semplicità. Le relazioni amicali e parentali, le piccole cose, la natura, la bellezza del creato diventano tutte immagine del Creatore. Marco avverte e si scontra con la propria fragilità ma si affida e gioisce pienamente in Colui che è diventato Presenza imprescindibile. Diventa allora sempre più desideroso di comunicare gioia e di far conoscere la Fonte di tale gioia.
Accanto al letto, vicino al crocifisso di San Damiano (il Cristo in croce risorto) ha scritto il giorno prima di morire: “Perché cercate tra i morti colui che è vivo?”.
Così come Gesù è stato il Vivente per lui, anche Marco, per la mamma e ora per noi, è un amico speciale, un santo della porta accanto a cui guardare e a cui ispirarsi per diventare testimoni di gioia.
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