lunedì 29 aprile 2019

I giovani in visita alla Libera Masseria di Cisliano

Nel pomeriggio del sabato santo, ci siamo uniti  al gruppo  giovani che stava trascorrendo l’esperienza della vita comune in oratorio per una “esperienza di crescita” alla Masseria di Cisliano in provincia di Milano. La scelta di visitare questa realtà è stata fatta a partire dalla figura di riferimento che stiamo conoscendo meglio in questi mesi grazie alla lettura di un interessante testo che parla di lui: padre Pino Puglisi, martire di Cristo, ucciso dalla mafia mentre cercava di dare testimonianza di giustizi a di pace nella sua terra.
Appena arrivati siamo stati accolti da un volontario che collabora con Caritas  e che si occupa di far conoscere la storia della Masseria. Ci ha spiegato come la famiglia Valle, ex-proprietaria della masseria e di tantissime altre case, famiglia affiliata alla ‘Ndrangheta calabrese, avesse costruito intorno a sé un circolo vizioso basato su favori, offerte di lavoro in cambio di complicità e omertà.
La famiglia Valle si occupava principalmente di slot machine truccate e di prestiti a tassi di usura. 
La masseria era un quartier generale della ‘Ndrangheta mascherato da ristorante con lo scopo del riciclaggio.
Il ristorante era organizzato per svolgere tutte le funzioni di cui una famiglia malavitosa ha bisogno: stanze interrate dove la famiglia riceveva i vari debitori, celle per ospitare i vari latitanti in fuga dalla giustizia, una piccola stalla per allevare cavalli (simbolo della potenza delle famiglie della ‘Ndrangheta), un grande numero di tavoli e coperti per poter simulare un alto numero di clienti e quindi la possibilità di riciclare sempre più soldi.
Molto toccante il racconto riguardante la donna grazie alla quale lo stato ha potuto fermare la famiglia Valle: nella sera in cui chiese un prestito perse la libertà, fino a quando, dopo aver ricevuto minacce verso il figlio, raccolse tutto il suo coraggio e denunciò questi malavitosi.
Non pensavamo che mafia e ’Ndrangheta fossero realtà così vicine a noi. Purtroppo invece lo sono. Abbiamo capito che solo se debelliamo l’egoismo e l’individualismo dalle nostre vite, guardando oltre al nostro orticello, la mafia e il male possono essere eliminati.
Oggi questo luogo è diventato una sede per diverse attività di inclusione e di accoglienza, ospita diverse associazioni ed è uno spazio educativo rivolto a giovani e non.
Per noi ragazzi ha significato uscire dal nostro piccolo quotidiano per conoscere meglio la realtà che ci circonda e di toccare con mano come il bene trasforma.

Giovanni e Sapanà Di Bartolo




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