giovedì 17 gennaio 2013

I giovani raccontano il Pellegrinaggio a Roma

Dopo l'esperienza del Pellegrinaggio di Fiducia sulla Terra a Roma promossa dalla Comunità di Taizè, dal 28 dicembre 2012 al 2 gennaio 2013, i giovani della nostra Comunità condividono i loro pensieri.


Alessandra
Ripensando ai giorni trascorsi a Roma mi vengono in mente solo ricordi positivi e forti emozioni.
Per me è stata la prima volta in questa magnifica città, quindi tutto mi è sembrato ancora più bello di quanto non lo fosse già.
Ciò che mi ha colpito fin dalla partenza è stato l’arrivo di questi due nuovi amici che da subito si sono integrati con facilità; anzi, uno di loro si svegliava ogni mattina per primo a prepararci la colazione: ma chi glielo faceva fare?! Sono proprio contenta di queste due “New entry” e spero di avere ancora la possibilità di condividere qualche giorno con loro.
Una cosa che mi ha proprio commosso però è stato l’incontro (anche se da lontano) con il Papa. Anche qui per me era la prima volta: prima volta a S. Pietro, prima volta che vedevo da vicino il Papa… insomma un’emozione che mai scorderò! É stato fantastico vedere così tante persone provenienti da ogni parte dell’Europa venire a Roma, fidandosi ciecamente, solo per una motivazione: Dio!  Proprio questo mi ha colpito, pensare che giovani provenienti da chissà dove, fanno ogni anno chilometri e chilometri di strada per mettersi nelle mani di Dio. È sempre bello ritrovarsi in gruppi, confrontarsi, ma la cosa che mi piace di più e vedere che ognuno di noi davanti a Dio è uguale, preghiamo tutti, in lingue diverse, ma allo stesso modo.  Mi hanno colpito inoltre le parole dette da Don Roberto, spesso è difficile prendersi un po’ di tempo per la preghiera, mentre in questi giorni abbiamo avuto la possibilità di metterci più volte in ascolto del Signore attraverso i canti, la preghiera e la riflessione personale.
"La preghiera è l'unica strada per l'incontro con il volto di Dio, noi preghiamo perché Gesù pregava. Diffidate di coloro che non credono nella forza della preghiera, tenete tra ciò che avete di più caro il Vangelo, tenetelo nello zaino o nella borsa quando andate in università o al lavoro, apritelo e leggetelo senza la preoccupazione di comprendere tutto ma ricordando che la parola di Gesù è creativa, l'unica capace di rinnovare e ricreare il cuore..”  (Cit.)

Andrea
È stata un’esperienza bellissima, senza alcun dubbio! Difficile? Faticosa? Assolutamente sì, come del resto tutte le cose belle che si portano nel cuore. La fatica è stata tanta ma ci ha permesso di vivere un bellissimo pellegrinaggio, acquisendo la consapevolezza che ognuno di noi può rendere questo mondo un po’ meno buio e, anzi, sempre più luminoso oggi, domani e sempre. Ciò che è stato più emozionante è il silenzio. Il silenzio che quarantamila giovani sono in grado di creare in un clima di preghiera. Un silenzio che parlava, che diceva tante cose, a noi che crediamo ma anche a chi è più lontano dal Signore Gesù. Fantastici sono stati anche i momenti nei quali eravamo seduti per terra per la preghiera nelle basiliche, vicino a sconosciuti che in quel momento, però, senti essere tuoi compagni di viaggio, tuoi amici, persone che almeno su Qualcuno la pensano come te. Davvero bello, e non scontato, è stato anche il momento di preghiera alla Scala Santa, che ci ha visto recitare un rosario mentre la percorrevamo in ginocchio, gradino dopo gradino.
Particolare, emozionante, bello, intenso, è stato l’incontro serale in San Pietro con il Santo Padre. Cristo non vi toglie dal mondo. Vi manda là dove la luce manca, perché la portiate ad altri”: queste alcune delle parole ascoltate da papa Benedetto durante la veglia di preghiera. Ed è questa la missione affidata a tutti noi cristiani, giovani e meno giovani: portare la luce di Cristo nel mondo, negli angoli più bui, perché non venga più a mancare. Ascoltare il successore di Pietro pronunciare queste parole così forti, vedere tutta piazza san Pietro illuminata dalle candele che ogni pellegrino aveva in mano, ha reso il momento davvero elettrizzante. Essere tutti lì, ad ascoltare, a pregare, è stato un momento di vera comunione con tutta la Chiesa del mondo.
Questo pellegrinaggio è stato risposta a chi ritiene che i giovani d’oggi non hanno valori, non hanno obiettivi, non sanno apprezzare la vita. A Roma questi giovani hanno dimostrato di avere dei valori, di sicuro di averne almeno uno, il più importante: Gesù Cristo. 

Chiara
Pregheria, canto, semplicità, amicizia, arte: parole quasi scontate che descrivono la straordinarietà di queste giornate.
Preghiera e canto. Ciò che scandiva il tempo delle nostre giornate erano gli appuntamenti di preghiera nelle diverse basiliche di Roma. Sedersi per terra, accanto a giovani sconosciuti che non sempre avevano la tua stessa intenzione di fare silenzio e di ascoltare una parola buona; la consapevolezza di non essere in un luogo qualsiasi, ma nella Casa del Signore; il canto, invocazione allo Spirito e a un’intimità profonda con Dio e “sostegno ed espressione incomparabile della preghiera”. (papa Benedetto XVI)
Silenzio. Stupisce pensare al clima di raccoglimento che migliaia di giovani riescono a creare, nonostante la fatica e la stanchezza. La percezione di non essere soli ma di essere parte di una Chiesa fatta di uomini diversi ma accumunati dall’amore verso il Signore Gesù, si fa più certa. Custodisco lo sguardo di tanti che, come me, sono alla ricerca di quel Volto amorevole di Dio che non abbandona mai.
Semplicità. Appare quasi un ossimoro pensare agli ultimi giorni dell’anno e parlare di semplicità. Eppure è così. Può avvenire di essere accolti in 18 nello stesso alloggio, insieme ad altri 4 amici stranieri e dover condividere un unico bagno con doccia, gli stessi spazi comuni, la stessa camerata per il riposo… Così come devi prepararti a trascorrere le notti a stretto contatto con il pavimento! Semplicità significa trascorrere un capodanno che non dà valore al puro divertimento ma che privilegia la lode a Dio per l’anno trascorso e l’affidamento a Lui per quello che comincia, un capodanno che fa gioire insieme agl’altri popoli, un capodanno bello perché semplice.
Arte. Roma è Roma! Pregare nelle grandi basiliche romane credo sia stato l’elemento che più ha diversificato questo pellegrinaggio dai precedenti. Incredibile osservare le basiliche dipinte e curate in ogni centimetro, pensare ai capolavori che uomini antichi hanno saputo creare, con i pochi mezzi a disposizione. Immenso lo stupore nel visitare luoghi sconosciuti, come la chiesa di Santo Stefano Rotondo o ritornare nella Basilica per eccellenza, San Pietro.
Amicizia. Una simile esperienza vissuta insieme agli amici diventa ancora più preziosa. Ognuno di noi è arrivato a Roma con domande e pensieri custoditi nel cuore, con il desiderio di vivere delle giornate speciali! Sono stati tanti i momenti in cui si è sperimentato il valore dell’amicizia, dell’accoglienza dell’altro per il bene che è. L’ultimo giorno don Roberto ci ha confidato che siamo “giovani capaci di cercare Dio”; sono convinta che questo sia possibile perché insieme abbiamo pregato, abbiamo cantato, abbiamo fatto silenzio, abbiamo scherzato. Ora sta a ognuno di noi cogliere l’invito del Santo Padre ad essere “piccole luci per quanti vi circondano”.

Eleonora
Quest’anno il pellegrinaggio di Fiducia sulla Terra è stato un po’ speciale, speciale perché si è svolto a Roma, la “città eterna”, una città bellissima e affascinante in ogni suo angolo; speciale per le preghiere, che diversamente dal solito, non si sono svolte in una fiera, ma nelle basiliche della città, e perciò sono state un momento molto intenso; speciale perché abbiamo vissuto tutti insieme nell’oratorio (COR) di Don Giovanni, il che, nonostante qualche piccolo “inconveniente” è stata una bella opportunità. E poi è stato speciale perché Sabato 29 Dicembre siamo stati accolti in circa 40000 giovani, provenienti da tutta Europa, in piazza San Pietro dal Papa Benedetto XVI, per me questo è stato il momento più emozionante e indimenticabile allo stesso tempo! Essere in quel luogo con le nostre candele accese a pregare tutti insieme secondo lo stile della comunità di Taizè, ricevere la benedizione del Santo Padre e il suo messaggio è stato un momento unico! Il messaggio del Papa rivolto a noi giovani c’invita a essere luci per quanti ci circondano nel nostro vivere quotidiano, ed è proprio con questo spirito che vorrei vivere l’anno appena iniziato, cercando di essere una piccola fiaccola che illumina con la sua luce, come quella che tenevo in mano quella sera, portando con me queste parole: “Cari giovani amici, Cristo non vi toglie dal mondo, vi manda là dove la luce manca, perché la portiate ad altri”.

Matteo
L’esperienza è stata veramente incredibile per due motivi. Il primo è che, in quei giorni, tutti i muri legati alla differente cultura, lingua e abitudini sono stati abbattuti. Ci si sentiva sempre a casa, in quanto avevamo fatto tutti tanti chilometri per un solo motivo: incontrare il volto di Dio. Ciò era ben visibile negli sguardi, nelle espressioni, nei sorrisi di ognuno che partecipava alle preghiere nelle varie basiliche. Sono molti i sorrisi che persone sconosciute mi hanno regalato gratuitamente e che ricorderò con gioia. Il secondo motivo riguarda la condivisione della felicità, fatiche, momenti di silenzio e preghiere. Ho imparato come la vera gioia stia nella semplicità delle cose! Mi porto a casa la volontà di riprendere tutte queste emozioni nella mia quotidianità! 

Marco
In questo pellegrinaggio ho scoperto due punti fondamentali della fede Cristiana, oltre che della mia fede: la prima è l'importanza della dimensione di Chiesa, del collaborare tra cristiani, dell'essere disponibili e generosi nella preghiera, nel sentirsi parte reale di quella Chiesa che Gesù stesso ha voluto. Il sostegno dei fratelli è fondamentale affinché ognuno di noi non si perda nel suo cammino di fede! Non siamo mai soli!
Il secondo aspetto è l'umanità di Gesù! Forse a volte non ci rendiamo conto di quanto ci debba dare forza il fatto che Dio si sia messo in gioco incarnandosi e vivendo una vita umana per dimostrare ad ognuno di noi che ce la possiamo fare! Ed è proprio la celebrazione del Natale che ci ricorda quanto sia nato fragile ed indifeso proprio come ognuno di noi. Ha affrontato fallimenti, la paura, ha pregato anche lui Dio affinché gli desse la forza di restare nella fede, di Fidarsi di Lui! È proprio questo che dobbiamo fare: fidarci di Dio anche quando non si comprende realmente quale sia il progetto che ha in mente per noi. Solo così potremo irradiare il mondo della Luce di Dio, proprio la stessa luce che Gesù, suo figlio, ha saputo mantenere accesa nella sua vita mortale basandosi sulla Fiducia in Dio Padre e nella comunione con i fratelli. Senza di noi, oggi, quella stessa luce sarebbe spenta! Il nostro compito è vivere con uno sguardo di profonda fiducia in Dio!  

Paolo

Quest'anno l'esperienza è sicuramente particolare sia per il fatto che siamo nel città italiana cuore della fede cristiana sia perché le preghiere sono preparate all'interno delle imponenti basiliche che hanno accolto tanti pellegrini nei secoli e che magnificano la fede di un popolo con la loro storia.
È sempre impegnativo, faticoso, scomodo, noioso o irrazionale in alcuni tratti; ma allora qualcuno che ne sa, che sa come si sta al mondo mi deve spiegare seriamente perché io resto in silenzio e volentieri davanti al mistero della croce con così tanta pace, nostalgia, calore, commozione, rispetto, umiltà e pazienza.
Io so solo questo: che non ho ancora trovato una domanda nella mia vita che non abbia già una risposta precisa e seria nel Signore e nel fatto che siamo stati creati per essere amati da Dio. Questa risposta non è una meta raggiunta ma un punto di partenza per vivere pienamente ogni giorno. 

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