lunedì 9 novembre 2020

Carlo Acutis: il ragazzo di Dio


Sono venuta a sapere di Carlo, attraverso don Giorgio, che lo ha citato durante una Messa come esempio di santità. Sono andata subito a cercare la sua storia, ho visto il documentario “La mia autostrada per il cielo” e l’intervista della mamma, la signora Antonia Salzano. Ho pianto lacrime di gioia ed emozione per lo stupore della grandezza di Dio che si è rivelata a noi, ancora una volta attraverso un ragazzo, come con Fatima, Lourdes, Medjugorje! Dio si rivela attraverso le anime pure e ci trasmette il messaggio del Vangelo, la buona novella della salvezza compiuta da Gesù attraverso il sacrificio della croce. Proprio quando i tempi sono difficili e sembra che si navighi a vista, il Signore manda i santi come testimoni della sua continua presenza tra noi e guide sulla via della vita eterna.

Come non essere meravigliati, colpiti nel profondo del cuore dal ragazzo di 15 anni, che compie un percorso luminoso, lasciandoci un messaggio chiarissimo, inequivocabile ed essenziale: “l’Eucarestia è la mia autostrada per il cielo!” Come non rimanere stupiti davanti ad un bambino, che ama profondamente Gesù, senza che i genitori glielo abbiano insegnato. Sente il bisogno di entrare in chiesa per salutarlo e porta i fiori a Maria, tanto amata da Carlo al punto da dichiarare che fosse l’unica donna della sua vita. Chi ha posto un tale amore nel cuore di questo bambino? Chi se non Gesù? “Nulla è impossibile a Dio!”

Messa quotidiana, rosario, adorazione eucaristica, lettura della Sacra Scrittura rafforzano lo spirito di Carlo e lo preparano a compiere le sue opere di assistenza materiale ai più bisognosi, agli ultimi, ma anche di assistenza spirituale che porta a molte conversioni al cristianesimo. Carlo sapeva trasmettere la propria fede con gioia contaminatrice e dirompente, proprio come il poverello di Assisi. Pronto a fare la prima comunione a 7 anni, non lascia trascorrere una giornata senza accostarsi al sacramento. Diceva padre Pio: “Se la gente capisse il valore di una Messa, ci sarebbe la ressa alla porta delle Chiese per poter entrare!” Non vi è dubbio che Carlo avesse compreso in pieno questa verità, facendo dell’eucarestia il mezzo per la santificazione! “Più eucarestie significano più possibilità di stare con Gesù e stando con lui si diventa santi” - racconta la mamma di Carlo in una testimonianza! Che fede da giganti! Questo ragazzo è arrivato a capire in pochi anni quello che la maggior parte di noi comprendono nell’arco dell’intera vita! Forse!

“Non io ma Dio!” un’altra delle frasi di Carlo che mi ha colpita! La nostra società, con il suo egoismo imperante, pone l’uomo con i suoi bisogni al centro e la parola io risuona forte diventando fastidiosa, tanto quanto la mancanza della parola Dio. Carlo ci insegna a tornare all’essenziale! L’essenziale, il sole della nostra vita, è solo Dio, che ci ha creati e ci ha redenti al prezzo del suo preziosissimo sangue! Attraverso l’adorazione e la santa comunione questo ragazzo, semplice e puro di cuore, raggiunge la vetta della santità! Ce lo dimostra la sua morte, accettata con pace e completa rassegnazione, quasi come se lo sapesse, nell’offerta della propria sofferenza per la Chiesa e il Papa.

Rifletto su questo nuovo beato e ringrazio Dio per la sua infinita misericordia. Carlo è l’ennesima prova che per essere santi non serve fare chissà che cosa o fare tante teoria, basta mettere in pratica ciò che il Signore ci ha insegnato poiché la verità sulla salvezza è alla portata di tutti, a condizione che si abbia un cuore puro, che adora Dio.

Edira Merlika




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