lunedì 28 gennaio 2013

27 gennaio 2013

Ecco gli appuntamenti di questa settimana

Martedì 29 gennaio:
ore 21.00 in Abbazia e a Mercallo:  CATECHESI ADULTI

Mercoledì 30 gennaio:
ore 21.00 in San Bernardino:  CATECHESI ADULTI

Venerdì 1 febbraio:
ore 20:30 in Abbazia: CATECHESI PREADOLESCENTI 
I preadolescenti sono invitati anche Sabato 2 febbraio alle 19:30 in Abbazia per una SERATA DI CONDIVISIONE.

Domenica 3 febbraio:
ore 10:30 santa Messa in Abbazia e CATECHESI ADOLESCENTI

RICORDIAMO INOLTRE:
  • la possibilità di acquistare i biglietti per la sottoscrizione a premi in occasione del Carnevale a 1 euro. L'estrazione sarà nel pomeriggio di domenica 10 febbraio 2013. Primo premio: iPAD MINI 
  • "Tre giorni in Val D'Ayas" per adolescenti e giovani dal 15 al 17 febbraio 2013. Iscrizioni entro domenica 3 febbraio da don Roberto.
  • Pellegrinaggio decanale per i preadolescenti a Roma dal 1 al 3 aprile 2013.

domenica 20 gennaio 2013

20 gennaio 2013

Ecco gli appuntamenti della prossima settimana.

Giovedì 24 gennaio
ore 21.00 presso la Scuola Parrocchiale (Centro Studi Angelo dell'Acqua): tavola rotonda sul tema "Adolescenti, famiglia e scuola" e "Adolescenti e domande sulla fede" in occasione della settimana dell'Educazione. Sono invitati soprattutto, genitori, educatori e insegnanti.

I giovani sono invitati alle 21.00 presso la biblioteca della Scuola Parrocchiale per vivere insieme agli amici del decanato il primo incontro tra il nostro Arcivescovo e i giovani della Diocesi. In questa occasione il cardinale Angelo inizierà a rispondere ad alcune domande riguardo alla Fede che alcuni giovani gli hanno consegnato.

Sabato 26 gennaio
ore 19.30 in San Bernardino: SERATA ADOLESCENTI

Domenica 27 gennaio
FESTA DELLA FAMIGLIA
Ore 11.15 santa Messa in San Bernardino
Ore 12.30 pranzo di condivisione presso la Scuola Parrocchiale
Ore 15.00 riflessione per gli adulti e giochi per i bambini
Ore 16.15 preghiera e merenda per tutti

Ore 17.30 in Abbazia: CATECHESI 18/19ENNI


RICORDIAMO INOLTRE:
  • la possibilità di acquistare i biglietti per la sottoscrizione a premi in occasione del Carnevale a 1 euro. L'estrazione sarà nel pomeriggio di domenica 10 febbraio 2013.
  • "Tre giorni in Val D'Ayas" per adolescenti e giovani dal 15 al 17 febbraio 2013.
  • Pellegrinaggio decanale per i preadolescenti a Roma dal 1 al 3 aprile 2013.

giovedì 17 gennaio 2013

I giovani raccontano il Pellegrinaggio a Roma

Dopo l'esperienza del Pellegrinaggio di Fiducia sulla Terra a Roma promossa dalla Comunità di Taizè, dal 28 dicembre 2012 al 2 gennaio 2013, i giovani della nostra Comunità condividono i loro pensieri.


Alessandra
Ripensando ai giorni trascorsi a Roma mi vengono in mente solo ricordi positivi e forti emozioni.
Per me è stata la prima volta in questa magnifica città, quindi tutto mi è sembrato ancora più bello di quanto non lo fosse già.
Ciò che mi ha colpito fin dalla partenza è stato l’arrivo di questi due nuovi amici che da subito si sono integrati con facilità; anzi, uno di loro si svegliava ogni mattina per primo a prepararci la colazione: ma chi glielo faceva fare?! Sono proprio contenta di queste due “New entry” e spero di avere ancora la possibilità di condividere qualche giorno con loro.
Una cosa che mi ha proprio commosso però è stato l’incontro (anche se da lontano) con il Papa. Anche qui per me era la prima volta: prima volta a S. Pietro, prima volta che vedevo da vicino il Papa… insomma un’emozione che mai scorderò! É stato fantastico vedere così tante persone provenienti da ogni parte dell’Europa venire a Roma, fidandosi ciecamente, solo per una motivazione: Dio!  Proprio questo mi ha colpito, pensare che giovani provenienti da chissà dove, fanno ogni anno chilometri e chilometri di strada per mettersi nelle mani di Dio. È sempre bello ritrovarsi in gruppi, confrontarsi, ma la cosa che mi piace di più e vedere che ognuno di noi davanti a Dio è uguale, preghiamo tutti, in lingue diverse, ma allo stesso modo.  Mi hanno colpito inoltre le parole dette da Don Roberto, spesso è difficile prendersi un po’ di tempo per la preghiera, mentre in questi giorni abbiamo avuto la possibilità di metterci più volte in ascolto del Signore attraverso i canti, la preghiera e la riflessione personale.
"La preghiera è l'unica strada per l'incontro con il volto di Dio, noi preghiamo perché Gesù pregava. Diffidate di coloro che non credono nella forza della preghiera, tenete tra ciò che avete di più caro il Vangelo, tenetelo nello zaino o nella borsa quando andate in università o al lavoro, apritelo e leggetelo senza la preoccupazione di comprendere tutto ma ricordando che la parola di Gesù è creativa, l'unica capace di rinnovare e ricreare il cuore..”  (Cit.)

Andrea
È stata un’esperienza bellissima, senza alcun dubbio! Difficile? Faticosa? Assolutamente sì, come del resto tutte le cose belle che si portano nel cuore. La fatica è stata tanta ma ci ha permesso di vivere un bellissimo pellegrinaggio, acquisendo la consapevolezza che ognuno di noi può rendere questo mondo un po’ meno buio e, anzi, sempre più luminoso oggi, domani e sempre. Ciò che è stato più emozionante è il silenzio. Il silenzio che quarantamila giovani sono in grado di creare in un clima di preghiera. Un silenzio che parlava, che diceva tante cose, a noi che crediamo ma anche a chi è più lontano dal Signore Gesù. Fantastici sono stati anche i momenti nei quali eravamo seduti per terra per la preghiera nelle basiliche, vicino a sconosciuti che in quel momento, però, senti essere tuoi compagni di viaggio, tuoi amici, persone che almeno su Qualcuno la pensano come te. Davvero bello, e non scontato, è stato anche il momento di preghiera alla Scala Santa, che ci ha visto recitare un rosario mentre la percorrevamo in ginocchio, gradino dopo gradino.
Particolare, emozionante, bello, intenso, è stato l’incontro serale in San Pietro con il Santo Padre. Cristo non vi toglie dal mondo. Vi manda là dove la luce manca, perché la portiate ad altri”: queste alcune delle parole ascoltate da papa Benedetto durante la veglia di preghiera. Ed è questa la missione affidata a tutti noi cristiani, giovani e meno giovani: portare la luce di Cristo nel mondo, negli angoli più bui, perché non venga più a mancare. Ascoltare il successore di Pietro pronunciare queste parole così forti, vedere tutta piazza san Pietro illuminata dalle candele che ogni pellegrino aveva in mano, ha reso il momento davvero elettrizzante. Essere tutti lì, ad ascoltare, a pregare, è stato un momento di vera comunione con tutta la Chiesa del mondo.
Questo pellegrinaggio è stato risposta a chi ritiene che i giovani d’oggi non hanno valori, non hanno obiettivi, non sanno apprezzare la vita. A Roma questi giovani hanno dimostrato di avere dei valori, di sicuro di averne almeno uno, il più importante: Gesù Cristo. 

Chiara
Pregheria, canto, semplicità, amicizia, arte: parole quasi scontate che descrivono la straordinarietà di queste giornate.
Preghiera e canto. Ciò che scandiva il tempo delle nostre giornate erano gli appuntamenti di preghiera nelle diverse basiliche di Roma. Sedersi per terra, accanto a giovani sconosciuti che non sempre avevano la tua stessa intenzione di fare silenzio e di ascoltare una parola buona; la consapevolezza di non essere in un luogo qualsiasi, ma nella Casa del Signore; il canto, invocazione allo Spirito e a un’intimità profonda con Dio e “sostegno ed espressione incomparabile della preghiera”. (papa Benedetto XVI)
Silenzio. Stupisce pensare al clima di raccoglimento che migliaia di giovani riescono a creare, nonostante la fatica e la stanchezza. La percezione di non essere soli ma di essere parte di una Chiesa fatta di uomini diversi ma accumunati dall’amore verso il Signore Gesù, si fa più certa. Custodisco lo sguardo di tanti che, come me, sono alla ricerca di quel Volto amorevole di Dio che non abbandona mai.
Semplicità. Appare quasi un ossimoro pensare agli ultimi giorni dell’anno e parlare di semplicità. Eppure è così. Può avvenire di essere accolti in 18 nello stesso alloggio, insieme ad altri 4 amici stranieri e dover condividere un unico bagno con doccia, gli stessi spazi comuni, la stessa camerata per il riposo… Così come devi prepararti a trascorrere le notti a stretto contatto con il pavimento! Semplicità significa trascorrere un capodanno che non dà valore al puro divertimento ma che privilegia la lode a Dio per l’anno trascorso e l’affidamento a Lui per quello che comincia, un capodanno che fa gioire insieme agl’altri popoli, un capodanno bello perché semplice.
Arte. Roma è Roma! Pregare nelle grandi basiliche romane credo sia stato l’elemento che più ha diversificato questo pellegrinaggio dai precedenti. Incredibile osservare le basiliche dipinte e curate in ogni centimetro, pensare ai capolavori che uomini antichi hanno saputo creare, con i pochi mezzi a disposizione. Immenso lo stupore nel visitare luoghi sconosciuti, come la chiesa di Santo Stefano Rotondo o ritornare nella Basilica per eccellenza, San Pietro.
Amicizia. Una simile esperienza vissuta insieme agli amici diventa ancora più preziosa. Ognuno di noi è arrivato a Roma con domande e pensieri custoditi nel cuore, con il desiderio di vivere delle giornate speciali! Sono stati tanti i momenti in cui si è sperimentato il valore dell’amicizia, dell’accoglienza dell’altro per il bene che è. L’ultimo giorno don Roberto ci ha confidato che siamo “giovani capaci di cercare Dio”; sono convinta che questo sia possibile perché insieme abbiamo pregato, abbiamo cantato, abbiamo fatto silenzio, abbiamo scherzato. Ora sta a ognuno di noi cogliere l’invito del Santo Padre ad essere “piccole luci per quanti vi circondano”.

Eleonora
Quest’anno il pellegrinaggio di Fiducia sulla Terra è stato un po’ speciale, speciale perché si è svolto a Roma, la “città eterna”, una città bellissima e affascinante in ogni suo angolo; speciale per le preghiere, che diversamente dal solito, non si sono svolte in una fiera, ma nelle basiliche della città, e perciò sono state un momento molto intenso; speciale perché abbiamo vissuto tutti insieme nell’oratorio (COR) di Don Giovanni, il che, nonostante qualche piccolo “inconveniente” è stata una bella opportunità. E poi è stato speciale perché Sabato 29 Dicembre siamo stati accolti in circa 40000 giovani, provenienti da tutta Europa, in piazza San Pietro dal Papa Benedetto XVI, per me questo è stato il momento più emozionante e indimenticabile allo stesso tempo! Essere in quel luogo con le nostre candele accese a pregare tutti insieme secondo lo stile della comunità di Taizè, ricevere la benedizione del Santo Padre e il suo messaggio è stato un momento unico! Il messaggio del Papa rivolto a noi giovani c’invita a essere luci per quanti ci circondano nel nostro vivere quotidiano, ed è proprio con questo spirito che vorrei vivere l’anno appena iniziato, cercando di essere una piccola fiaccola che illumina con la sua luce, come quella che tenevo in mano quella sera, portando con me queste parole: “Cari giovani amici, Cristo non vi toglie dal mondo, vi manda là dove la luce manca, perché la portiate ad altri”.

Matteo
L’esperienza è stata veramente incredibile per due motivi. Il primo è che, in quei giorni, tutti i muri legati alla differente cultura, lingua e abitudini sono stati abbattuti. Ci si sentiva sempre a casa, in quanto avevamo fatto tutti tanti chilometri per un solo motivo: incontrare il volto di Dio. Ciò era ben visibile negli sguardi, nelle espressioni, nei sorrisi di ognuno che partecipava alle preghiere nelle varie basiliche. Sono molti i sorrisi che persone sconosciute mi hanno regalato gratuitamente e che ricorderò con gioia. Il secondo motivo riguarda la condivisione della felicità, fatiche, momenti di silenzio e preghiere. Ho imparato come la vera gioia stia nella semplicità delle cose! Mi porto a casa la volontà di riprendere tutte queste emozioni nella mia quotidianità! 

Marco
In questo pellegrinaggio ho scoperto due punti fondamentali della fede Cristiana, oltre che della mia fede: la prima è l'importanza della dimensione di Chiesa, del collaborare tra cristiani, dell'essere disponibili e generosi nella preghiera, nel sentirsi parte reale di quella Chiesa che Gesù stesso ha voluto. Il sostegno dei fratelli è fondamentale affinché ognuno di noi non si perda nel suo cammino di fede! Non siamo mai soli!
Il secondo aspetto è l'umanità di Gesù! Forse a volte non ci rendiamo conto di quanto ci debba dare forza il fatto che Dio si sia messo in gioco incarnandosi e vivendo una vita umana per dimostrare ad ognuno di noi che ce la possiamo fare! Ed è proprio la celebrazione del Natale che ci ricorda quanto sia nato fragile ed indifeso proprio come ognuno di noi. Ha affrontato fallimenti, la paura, ha pregato anche lui Dio affinché gli desse la forza di restare nella fede, di Fidarsi di Lui! È proprio questo che dobbiamo fare: fidarci di Dio anche quando non si comprende realmente quale sia il progetto che ha in mente per noi. Solo così potremo irradiare il mondo della Luce di Dio, proprio la stessa luce che Gesù, suo figlio, ha saputo mantenere accesa nella sua vita mortale basandosi sulla Fiducia in Dio Padre e nella comunione con i fratelli. Senza di noi, oggi, quella stessa luce sarebbe spenta! Il nostro compito è vivere con uno sguardo di profonda fiducia in Dio!  

Paolo

Quest'anno l'esperienza è sicuramente particolare sia per il fatto che siamo nel città italiana cuore della fede cristiana sia perché le preghiere sono preparate all'interno delle imponenti basiliche che hanno accolto tanti pellegrini nei secoli e che magnificano la fede di un popolo con la loro storia.
È sempre impegnativo, faticoso, scomodo, noioso o irrazionale in alcuni tratti; ma allora qualcuno che ne sa, che sa come si sta al mondo mi deve spiegare seriamente perché io resto in silenzio e volentieri davanti al mistero della croce con così tanta pace, nostalgia, calore, commozione, rispetto, umiltà e pazienza.
Io so solo questo: che non ho ancora trovato una domanda nella mia vita che non abbia già una risposta precisa e seria nel Signore e nel fatto che siamo stati creati per essere amati da Dio. Questa risposta non è una meta raggiunta ma un punto di partenza per vivere pienamente ogni giorno. 

domenica 13 gennaio 2013

13 gennaio 2013

Ecco gli appuntamenti di questa settimana.

Lunedì 14 gennaio 
ore 21.00 in San Bernardino: CATECHESI GIOVANI

Martedì 15 gennaio
ore 21.00 in Abbazia e a Mercallo: CATECHESI ADULTI

Mercoledì 16 gennaio
ore 21.00 in San Bernardino: CATECHESI ADULTI

Venerdì 18 gennaio
ore 20.30 in Abbazia: CATECHESI PREADOLESCENTI
ore 21.00 in San Bernardino: CATECHESI ADOLESCENTI

Ricordiamo che sabato 19 gennaio dalle 9.00 alle 12.00 ci sarà l'Open Day della Scuola Parrocchiale, il Centro Studi Angelo dell'Acqua. 
Alle 21.00, in San Bernardino, il concerto del coro "Ars Cantus".

Pellegrinaggio preadolescenti a Roma

I 14enni della nostra Comunità Pastorale parteciperanno al Pellegrinaggio diocesano a Roma. Durante l'incontro faranno la loro Professione di Fede.
Ecco il volantino e il programma delle giornate!



giovedì 10 gennaio 2013

Prepariamo il Carnevale!

Per tutti coloro che vogliono aiutare nella realizzazione dei carri e delle decorazioni per la sfilata di carnevale che sarà domenica 10 febbraio, l'appuntamento è:
SABATO 12 GENNAIO alle 14:30 presso L'ORATORIO DELL'ABBAZIA.


domenica 6 gennaio 2013

6 gennaio 2013

Buon anno!
Questa settimana riprendono i cammini di catechesi.

INIZIAZIONE CRISTIANA
  • martedì 8 gennaio per la prima media
  • giovedì 10 gennaio per i bambini dell'Iniziazione Cristiana di Sesto Calende e per tutti i ragazzi di Mercallo
PREADOLESCENTI e ADOLESCENTI
domenica 13 gennaio alle 10:30 Santa Messa in Abbazia e incontro in Oratorio

Altri appuntamenti:

RIUNIONE PER IL CARNEVALE
Per tutti coloro che desiderano aiutare nella realizzazione di costumi, carri, l'incontro sarà mercoledì 9 gennaio alle 21.00 in Abbazia


PREGHIERA DI TAIZE'
Sabato 12 gennaio alle 19:40  presso la Cripta dell'Abbazia, durante la preghiera i giovani della nostra Comunità condivideranno qualche pensiero sull'incontro europei dei giovani a Roma. Siamo tutti invitati a questo momento di condivisione.


    mercoledì 2 gennaio 2013

    Partiamo per ricominciare

    Alle 5.20 Marika e Ilenia, Marianna e Filippo, Matteo C. e Eleonora prendono un taxi e si recano all'aeroporto di Fiumicino dove prenderanno l'aereo per tornare a casa. Carlo e Marco accompagnano il gruppo e tornano a dormire. Dopo la colazione, inizia il rituale della ricomposizione dei bagagli. Iniziamo inoltre a sistemare gli ambienti in modo da consegnarli a don Giovanni il più in ordine possibile. Don Roberto intanto si reca in chiesa perché alle 8.30 c'è la Messa con la comunità dei frati. Alle 9 inizia l'ultima preghiera che conclude il nostro pellegrinaggio di fiducia a Roma. È anche il momento dei saluti e dei ringraziamenti, ogni nazionalità (sono ben 7 quelle ospitate nella parrocchia di San Martino ai monti) elabora il proprio saluto. Gli applausi si susseguono ininterrottamente, palpabile il clima di festa e di gratitudine. Il parroco, padre Adriano, ci ringrazia per la testimonianza di fede che abbiamo portato e ci dice che saremo sempre i benvenuti. Ci organizziamo per la foto finale, anche se non riusciamo a radunare tutto il numeroso gruppo.
    Torniamo al COR per gli ultimi interventi di pulizia e per recuperare i nostri bagagli. Don Roberto e Marco vanno a prendere i nostri automezzi e li portano di fronte alla chiesa dei Santi Gioacchino e Anna dove abbiamo raccolto le nostre valige. Salutiamo don Giovanni al quale abbiamo regalato un calendarietto della comunità di Taizè e una bottiglia di grappa che don Roberto ha portato con sé come dono, lasciamo la via Cavour e ci rechiamo alla basilica di San Sebastiano.
    Come ultimo atto del nostro pellegrinaggio, andiamo a visitare le catacombe. Appena arrivati, iniziamo la visita. Anche se per alcuni di noi non è una novità, ha sempre il fascino di farci intuire la grandezza della storia della chiesa alla quale apparteniamo. La fede dei martiri è il definitivo invito a tornare alla nostra quotidianità con il desiderio che la nostra opzione per la fede nel Dio di Gesù Cristo sia evidenza e testimonianza. Preghiamo davanti alla tomba del Santo, riscoprendo il valore delle reliquie e chiedendo al Signore che il Suo Volto risplenda sul nostro volto.
    Segno che tutto questo si sta già avverando è custodito anche in una delle prime riflessioni che Marco decide di condividere, consegnandola a don Roberto:
    "In questo pellegrinaggio ho scoperto due punti fondamentali della fede Cristiana, oltre che della mia fede: la prima è l'importanza della dimensione di Chiesa, del collaborare tra cristiani, dell'essere disponibili e generosi nella preghiera, nel sentirsi parte reale di quella Chiesa che Gesù stesso ha voluto. Il sostegno dei fratelli è fondamentale affinché ognuno di noi non si perda nel suo cammino di fede! Non siamo mai soli!
    Il secondo aspetto è l'umanità di Gesù! Forse a volte non ci rendiamo conto di quanto ci debba dare forza il fatto che Dio si sia messo in gioco incarnandosi e vivendo una vita umana per dimostrare ad ognuno di noi che ce la possiamo fare! Ed è proprio la celebrazione del Natale che ci ricorda quanto sia nato fragile ed indifeso proprio come ognuno di noi. Ha affrontato fallimenti, la paura, ha pregato anche lui Dio affinché gli desse la forza di restare nella fede, di Fidarsi di Lui! È proprio questo che dobbiamo fare: fidarci di Dio anche quando non si comprende realmente quale sia il progetto che ha in mente per noi. Solo così potremo irradiare il mondo della Luce di Dio, proprio la stessa luce che Gesù, suo figlio, ha saputo mantenere accesa nella sua vita mortale basandosi sulla Fiducia in Dio Padre e nella comunione con i fratelli. Senza di noi, oggi, quella stessa luce sarebbe spenta! Il nostro compito è vivere con uno sguardo di profonda fiducia in Dio!"
    A tutti voi che ci avete accompagnato, soprattutto che avete pregato per noi e con noi, giunga la nostra sincera gratitudine di amicizia.

    Il Signore vi benedica e vi custodisca, faccia brillare il suo volto sul vostro volto. Il Signore rivolga su di voi il suo sguardo e vi doni la sua pace.

    martedì 1 gennaio 2013

    Una speranza rinnovata

    Questa mattina alla colazione si arriva alla spicciolata. I tempi di reazione, infatti, sono condizionati dalle poche ore di sonno e dalla fatica che si sta accumulando. Quando ci siamo tutti portiamo il regalo a Paolo, che in realtà però è uno scherzo. Per il dono, quello vero, dovrà aspettare fino a sera. Qualche considerazione ancora sulla "segheria" di Luca e dei transilvani (ma in realtà sono proprio loro?). Prima di uscire per andare in Chiesa, don Roberto ci chiede di vivere un momento di riflessione: 
    "In questi giorni - dice - siamo stati invitati più volte ad aprirci all'incontro con il Signre Gesù. Credo siano tre i modi che ci sono stati indicati: il primo è la preghiera. La preghiera è l'unica strada per l'incontro con il volto di Dio, noi preghiamo perché Gesù pregava. Diffidate di coloro che non credono nella forza della preghiera, tenete tra ciò che avete di più caro il Vangelo, tenetelo nello zaino o nella borsa quando andate in università o al lavoro, apritelo e leggetelo senza la preoccupazione di comprendere tutto ma ricordando che la parola di Gesù è creativa, l'unica capace di rinnovare e ricreare il cuore. Un secondo modo per accogliere Gesù è quello di scorgerlo nella vita dei poveri. I poveri ci danno fastidio. Noi non possiamo cambiare la storia dei poveri del mondo, ma possiamo scegliere la via della condivisione, prestando le nostre cose, mettendole in comune. Viviamo in modo più essenziale, cercando di dare valore a quello che già abbiamo, possiamo fare la scelta di un tempo dedicato a chi ha bisogno, rinnovare l'impegno di vivere in modo più autentico il nostro essere educatori, troviamo una forma di fedeltà quotidiana al servizio verso chi è più bisognoso. In terzo luogo, diventate amici di un santo. La liturgia ci dice che i santi sono amici e modelli di vita. Leggiamo i loro scritti, conosciamo la loro storia, visitiamo luoghi che hanno vissuto, le loro tombe. La loro intercessione ci aiuterà a rinnovare la nostra adesione al Dio di Gesù Cristo. Infine, scrivete le esperienze che fate, raccontatele innanzitutto a voi stessi, nella consapevolezza che si impara dalle esperienze solo quando diventano parte del nostro bagaglio di vita".
    Ci prepariamo poi per la celebrazione dell'Eucaristia, anche perché ci siamo presi l'impegno di animarla con il canto. Il parroco don Adriano, durante l'omelia, non si stanca di esortarci a custodire la giovinezza della fede e ritorna a sottolineare il bel momento condiviso insieme della festa del capodanno. Alcuni di noi hanno l'opportunità di visitare lo scavo sotto la chiesa, testimonianza della fondazione romana della stessa e straordinaria consegna di una storia che in questa città parla in ogni dove.
    Normalmente il pranzo del primo dell'anno è offerto dalla famiglia o dalla parrocchia che accoglie ma, per un malinteso, noi siamo senza nessuno che ci ospiti. Così ci organizziamo e, previ accordi, viviamo il pranzo del primo giorno dell'anno nel ristorante "Lo scoglio di Frisio", un locale a pochi metri da Santa Maria Maggiore caratterizzato dall'essere una riproduzione di un anfratto marino, con tanto di bancone da bar allestito su una vera imbarcazione. Passiamo un'ora e mezza tranquilla e, soprattutto, gustosa: maccheroni all'amatriciana e alla carbonara, come anche alla provola affumicata accompagnate da un buon vino bianco e da un altrettanto pregevole vino rosso; come secondo arista al ginepro, manzo alla pizzaiola e scaloppine al limone con contorno di patate e verdure; tiramisù e caffè. Era da giorni che aspettavamo di mangiare seduti a tavola, usando posate e bicchieri!
    Decidiamo di non partecipare all'incontro pensato per gli italiani, di per sè è l'unico appuntamento che non prendiamo in considerazione, anche perché l'esperienza di alcuni anni passati ci scoraggia. Prendiamo allora il pullman e ci rechiamo a San Lorenzo fuori le mura, basilica che custodisce il corpo del diacono e martire Lorenzo. Questa chiesa è stata semi-distrutta dai bombardamenti del 1943. L'interno di essa, tuttavia, è stato restaurato in modo pregevole, così possiamo ammirare l'altare della confessione, il presbiterio della basilica pelagiana con il grande arco trionfale e poi l'affascinante cripta, luogo dove è sepolto il beato Pio IX. S'è fatto tardi. Prendiamo il tram e riproviamo l'ingresso in San Pietro. Continua il bagno di folla che ha caratterizzato questi giorni. Così, arrivati al colonnato, ci rendiamo conto che la coda all'ingresso sarà almeno di 70 metri. Potremmo imbucarci, dando adito alla più classica delle critiche nei confronti del nostro comportamento da italiani, ma decidiamo di metterci diligentemente in fila. Consueto iter di passaggio al metal detector, che per alcuni diventa deposito delle posate usate per cibo, e finalmente entriamo. Lo stupore si dipinge sul volto di molti. Don Roberto si improvvisa guida indicando qualche essenziale descrizione della basilica. Passiamo davanti all'insuperabile statua della Pietà di Michelangelo, ci fermiamo in preghiera davanti alla tomba di Giovanni Paolo II, facciamo nostre le intenzioni maturate in questi giorni, in particolare a proposito di famiglie che vivono grandi esperienze di sofferenza. Ma c'è anche il tempo per la preghiera personale. Sempre interessante è vedere come ogni altra chiesa cattolica abbia una grandezza e una lunghezza inferiore di questa. Questo vale anche per il nostro straordinario Duomo.
    Ci avviciniamo all'altare ma abbiamo appena l'opportunità di uno sguardo che subito viene annunciata la chiusura della chiesa e siamo invitati a uscire ma anche questo uscire lentamente non ci impedisce di ammirare quest'opera straordinaria, frutto del lavoro lungo 120 anni, testimonianza meravigliosa di come la fede diventi arte e cultura per credenti e non credenti.
    È una vera e propria corsa quella che facciamo per raggiungere la metropolitana per raggiungere San Giovanni per l'ultima preghiera di questo nostro pellegrinaggio. Nella basilica questa sera c'è frere Alois e raccogliamo il suo messaggio e augurio finale: "Tu ci benedici, Tu che nascondi il nostro passato nel cuore di Cristo e ti curi del nostro futuro. 
    Come possiamo costruire un progetto di vita nell'incertezza della società di oggi?
    È necessaria una forza interiore per guardare l'avvenire con gioia che deriva dalla fiducia in Dio. Gesù ha posto la sua fiducia totalmente in Dio, sia nella gioia sia nei fallimenti. Un Amore divenuto visibile nella sua pienezza con la sua stessa vita vissuta in semplicità. Prendiamo in mano il nostro futuro nonostante le difficoltà". "Ravviva il dono di Dio che è in te". Il desiderio sarebbe di tornare a pregare intorno alla croce, ma sono troppi i giovani in fila per vivere questo momento. Alcuni scelgono allora di recarsi dal Priore, per ricevere la sua benedizione, le parole di un uomo di speranza sono incoraggiamento a guardare con speranza il futuro.
    Ci allontaniamo dalla cattedrale di Roma con un pizzico di nostalgia. Riprendiamo la strada verso casa con l'intenzione di fermarci in una pizzeria ma troviamo ogni locale impossibilitato ad accoglierci. La pizzeria "Tettarello" ci offre la possibilità di avere le pizze da asporto e, sorprendentemente, ci regala uno sconto inaspettato. Paolo rimedia le bibite e le offre come gratitudine e amicizia in occasione del suo compleanno. Invitiamo alla nostra cena anche Andrei (per i boschi!), un giovane rumeno che è stato con noi in queste giornate. Finalmente è il dono per Paolo. In realtà è un doppio dono: un libro scientifico sulle birre e un biglietto per una partita di basket Varese contro tutti!
    Dobbiamo iniziare a pensare ai preparativi per il ritorno, ma don Roberto chiede un ultimo breve momento da vivere in chiesa. È un rito che si rinnova ma che questa sera è accompagnato dalle sue parole un po' commosse.
    "Vorrei dirvi grazie per questi giorni, perché vi siete fidati e perché avete pregato intensamente, non dovendovi mai richiamare all'attenzione o al silenzio. Sono partito con un po' di fatica a motivo della stanchezza e del raffreddore ma anche perché, in questi giorni, avrei voluto essere da un'altra parte. Ma non è stato certo un ripiego, questo, ma l'occasione per riconfermare che siete giovani capaci di cercare Dio. In modo particolare mi ha colpito come avete pregato alla Scala Santa, al di là di qualsiasi strada farete quello è stato un momento di verità e nessuno, neppure voi stessi, lo potrà alterare. Ho scelto di scrivere a ciascuno un pensiero che accompagna una riflessione di frere Alois e consegno anche una piccola croce a forma di colomba, anche se non la indosserete vi chiedo di tenerla come memoria di questi giorni straordinari. Quello che mi sta più a cuore quel "Dio vi benedica!" che riassume le parole della benedizione sacerdotale di Aronne che abbiamo ascoltato questa mattina, la stessa benedizione pronunziata da frate Francesco all'amico frate Leone dopo l'esperienza delle stigmate. Non l'ho scritto ma credo voi lo sappiate che vi voglio bene!".
    È tempo di saluti, perché sei di noi partiranno all'alba, torneranno in aereo. La stanchezza prende il sopravvento ma tutti sentiamo di avere energie rinnovate per affrontare il nostro futuro.

    Danza la vita

    "Chi ha lasciato in giro le mutande in bagno? Ma che schifo il bagno dei maschi!".
    La giornata inizia con questi "dolci" rimproveri da parte delle ragazze. Si sa, la convivenza va di moda ma rimane sempre un'esperienza alquanto impegnativa. Così inizia il nostro ultimo giorno dell'anno. Dopo la preghiera, viviamo il momento della condivisione a partire dalle domande riportate sul libretto guida dell'incontro. Dovete sapere che questo scambio tra giovani provenienti da diverse nazioni è una consuetudine durante il Pellegrinaggio di fiducia. Quest'anno purtroppo, invece, quello di questa mattina rimane l'unico momento. Il tema del confronto è la preghiera. Ci viene chiesto di rispondere se preghiamo, come preghiamo, dove preghiamo e se normalmente troviamo tempi di silenzio e di meditazione nel nostro quotidiano. Inoltre, a partire dalle parole che frere Alois ci ha consegnato all'inizio di questo percorso, siamo invitati a verificare anche quale sia il nostro punto di appoggio nell'affrontare le esperienze di ogni giorno. Siamo divisi in diversi gruppi e, alla fine del confronto, ci rendiamo conto ancora una volta di come questo scambio possa essere davvero arricchente nonostante, talora, si debba tradurre dall'italiano all'inglese, dall'inglese al polacco o viceversa.
    Al termine dell'incontro ci dividiamo per gruppi di nazionalità. Oltre a noi ci sono ragazzi di Verona, Cremona e Treviso. Dobbiamo decidere come animare la festa dei popoli, il tempo che immediatamente segue il brindisi della mezzanotte e l'inizio dell'anno nuovo. Prevale la scelta di proporre dei bans ("Teic the jeans" e l'intramontabile "Pacì"). I trevisani propongono una serie di sketch che mettono in luce il comportamento poco europeo degli italiani. A noi non pare un'idea geniale ma, si sa, siamo in democrazia: non va di moda o forse perché è troppo difficile! In realtà c'è anche una terza proposta: uno che si definisce veronese-lecchese nello stesso tempo, propone un canto corale ("Volare") interpretato da personaggi che rimandino alla nostra cultura italiana. Ma secondo voi è proprio così semplice proporre personaggi come Leonardo, Dante Alighieri in 10 minuti? Proviamo a ipotizzare costumi con calzamaglie e barbe finte, improvvisiamo anche una Gioconda; fortunatamente il tempo finisce e nonostante il dispiacere del nostro amico, l'idea viene cassata.
    È tempo di raggiungere il "ristorante" Circo Massimo: oggi il menù prevede delle sostanziose lasagne alle verdure. Consumiamo il nostro cibo mentre intorno a noi ci sono danze e il vociare di tante lingue diverse. Ogni tanto risuona una parola che ormai è diventata per chi frequenta questo tipo di incontri un must: rubbish. La preghiera delle 14 è in San Giovanni in Laterano. Ci avviamo a piedi, ormai dominiamo la città. Saliamo sul Celio e riprendiamo la strada per Santo Stefano Rotondo. L'immancabile sosta bagno è complicata dall'affluenza di moltissimi pellegrini. Ormai i servizi costano l'equivalente di un caffè ed alcuni vengono presi a male parole. C'è chi poi riesce a sfruttare i servizi igienici degli uffici dell'ospedale. Quando entriamo in Basilica, veniamo dirottati in una delle navate laterali. Seguiamo con attenzione i canti e le parole che ci vengono proposti. Davanti a noi alcune giovani suore polacche, guardiamo con gioia la presenza di tante giovani consacrate. Al termine della preghiera, don Roberto propone di percorrere la Scala Santa. Ci introduce brevemente al suo significato e alla storia che la caratterizza. Ognuno è libero di scegliere se percorrere, come tradizione, la scala in ginocchio o se invece salire i gradini posti ad entrambi i lati. Quando il gruppetto si compone e si è all'inizio dello spazio sacro, il nostro don inizia la preghiera del santo Rosario. Ciò che accade è per ciascuno singolare. Ecco le parole di Marco:
    "Penso il più bel Rosario della mia vita vissuto in comunione con gli altri pellegrini sestesi e non...un Rosario recitato in ginocchio, guidato da Don Roberto e vissuto in ginocchio, salendo la scala Santa. Una forte sensazione di comunione fraterna nella qualche ho superato il male alle ginocchia, la distrazione solo grazie alle voci degli altri amici che recitavano il Rosario. Ero tra i primi a salire e sono stato tra i primi a terminare la salita...ma dopo un breve momento di distrazione sono stato richiamato dal dolce suono dell'ave Maria. E così tutti abbiamo accompagnato gli ultimi sforzi degli amici ancora in ginocchio ed abbiamo terminato tutti insieme. La forza di questo momento è stato il comprendere quanto la vicinanza di amici che pregano per te e con te sia fondamentale per andare avanti nelle fatiche quotidiane, nei momenti di reale difficoltà. Non si prega mai per niente, anche quando si ha la totale certezza di non essere ascoltati. Non si è mai soli! Mai! Abbiamo bisogno gli uni degli altri! Ed è proprio grazie a questa comunione che possiamo essere in grado di essere reali testimoni di Cristo! Sale della terra e luce del mondo!"
    Poiché la sera della preghiera col Papa non abbiamo potuto vedere la basilica di San Pietro, decidiamo di dirigerci verso la Città del Vaticano. Paolo e don Roberto iniziano la "caccia al doccino" che abbiamo rotto nei giorni scorsi. Dopo vari tentativi trovano una ferramenta aperta, forse l'unica: sono le 17 del 31 dicembre. Soddisfatti per l'impresa, cercano di raggiungerci invano! Non abbiamo fatto i conti con la solenne Messa di ringraziamento presieduta dal Papa e il canto del Te Deum: San Pietro è off-limits. Riprendiamo la metropolitana. Arriviamo in stazione Termini e acquistiamo il dono per Paolo, domani compirà 28 anni. Raggiungiamo Santa Maria Maggiore. Consumiamo una cena frugale sulla piazza antistante l'ingresso della basilica. Poiché siamo tra i primi, questa sera ci sediamo vicino al luogo dove pregano anche i frere. Raccogliamo l'invito in questo momento a "Mantenere fisso lo sguardo su Gesù. Bisogna pazientare e mantenere lo spazio alla disponibilità per Dio che fa buona ogni cosa".
    Torniamo in Via del Monte Polacco 5, abbiamo circa due ore per fare la doccia e prepararci per la serata. Alle ore 23 inizia la veglia di preghiera per chiedere il dono della pace e della comunione. I carmelitani scelgono di vivere questo momento in adorazione dell'Eucaristia. Don Roberto presiede la celebrazione. Per ciascuno è l'occasione per ringraziare del benefici ricevuti durante l'anno. Al termine della celebrazione, don Roberto offre a tutti la benedizione e dopo pochi minuti ci troviamo il sagrato della chiesa a scandire gli ultimi secondi che ci introducono nel 2013. Inizia la festa, baci e abbracci e il cielo di Roma si riempie di colori. La festa dei popoli è stata organizzata nel cortile dell'Oratorio. Veniamo accolti dalla musica e da una tavolata con pandoro e panettone. Non mancano le bottiglie di spumante che vengono distribuite ad alcuni giovani, tra questi Matteo, Marco, Carlo e Paolo. È il momento del brindisi: tutti attendono di alzare il bicchiere e di intonare il primo brindisi dell'anno ma accade l'imponderabile. Una pioggia di vino inonda tutto il cortile e la gran parte dei giovani convenuti. Il volto di fra Adriano (per gli amici Frattack), responsabile dell'accoglienza, si vela di incredulità e disappunto. Iniziano le danze sulle note di famosi motivi in lingua italiana. Ma è la volta degli scatenati frati sudamericani che danno vita a una danza della loro terra. Tocca agli italiani, Silvia e Matteo al centro del cerchio indicano tutte le movenze del ban "Teic the jeans". La danza ha successo, come sempre del resto, unico inconveniente lo squarcio nei calzoni di Matteo. Seguono i sempre "coinvolgenti" balletti dell'est europeo ma il vertice della festa coincide con il coinvolgimento dei religiosi e così l'algido Frattack è il capofila della danza del pinguino; giovani suore polacche, appena uscite da un corso di house music, Carlo e Matteo trasformano due sorelle in autentiche danzatrici di tango. Altre suore improvvisano passi che alludono persino a Michael Jackson. E per finire, padre "Ewoch" si getta nella mischia e si mette a pogare. È impossibile descrivere le facce di don Roberto mentre riprende le consorelle che sembra abbiano atteso questo momento da un anno intero. Anche i nostri amici transilvani si improvvisano scatenati ballerini, in particolare uno di loro che si è vestito come se andasse a una festa di gala. Fra Adriano non vede l'ora che arrivino le 2, forse anche lui ha paura che si rompa un incantesimo o che la festa gli scappi di mano. Lasciamo il cortile solo dopo le foto di rito e un fantastico Pací. Torniamo ai nostri alloggi. Qualche indicazione per la giornata del 1 gennaio e la preghiera per ringraziare per un'altra splendida giornata. Ah, non ci siamo dimenticati, è il compleanno di Paolo e mentre le ragazze e il don sono nelle loro stanze, i maschi continuano i festeggiamenti.

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