martedì 26 dicembre 2017

Il Natale con i piccoli rifugiati siriani

Pubblichiamo volentieri la breve lettera che Giovanni, un nostro giovane oratoriano e scout, ci scrive dalla Turchia dove si trova ora per vivere un'esperienza di volontariato con i bambini rifugiati siriani. Bello notare come il servizio al prossimo trovi senso nella preghiera e nell'affidamento quotidiano. 

Cari amici, vi scrivo per farvi i più sinceri auguri di buon Natale. 
La mia esperienza quaggiù continua sempre più carica di emozioni. Gaziantep credo che sia una delle città più particolari della Turchia, città con 1,6 milioni di abitanti registrati e più o meno un'altro milione di rifugiati siriani per lo più da Aleppo. I progetti che seguo in questa città a 60 chilometri dalla Siria sono dedicati ad adulti e bambini, siriani e turchi. La preghiera accompagna e sostiene tutto il mio lavoro quotidiano. Gli incontri che faccio ogni giorno con le fatiche e le sofferenze di queste persone, mi spingono a pregare per loro e a volte a chiedermi perché noi non possiamo fare di più per aiutarli. Settimana scorsa per esempio stavo camminando nel parco vicino a casa quando ho incontrato due fratellini siriani con cui lavoro che giocavano con il papà. La più grande ha 10 anni, è la bambina più sveglia che abbia mai conosciuto, mi vedono e mi corrono subito incontro, sono proprio amorevoli! Dopo aver giocato cominciamo a camminare, i bambini corrono avanti e io rimango indietro con il papà. Iniziamo a parlare e mi chiede come vanno i suoi figli. Rispondo che sono veramente svegli e intelligenti, lui ne è molto fiero ed inizia a confidarmi la sua fatica di crescerli da solo, in una terra straniera, che pure lì ha ospitati. Mi racconta che la madre è morta durante un bombardamento ad Aleppo sotto gli occhi della famiglia. Questa è solo una delle tante, tante storie che mi fanno sentire impotente. La preghiera mi serve per dare  un senso a tutti questi avvenimenti, a guardare queste persone con uno spirito accogliente anche se a volte, confesso, che è veramente faticoso. Il fine settimana mi è indispensabile per riprendermi psicologicamente, visitando questa terra piena di sorprese e meraviglie, sia naturali che storico/culturali. Anche la collaborazione con gli altri volontari è proficua e mi sta dando molto. Certo le esperienze con gli scout e l'oratorio mi sono di grande aiuto. 
Di nuovo tanti auguri a tutti voi, alla comunità educante e ai ragazzi.

Giovanni Di Bartolo


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