E' la festa di San Donato! Il nostro programma prevede la visita della città di Spoleto ma prima ci fermiamo al santuario di Rivotorto per il nostro momento di riflessione. Nell'incontro tra Francesco e il lebbroso intuiamo come sia necessario guardare a chi ci sta accanto con stupore e fiducia e nell'invito a ricostruire la chiesa intuiamo l'urgenza di dedicare tempo per costruire il nostro futuro. La città del "Festival dei due mondi" è a una mezz'ora di strada e iniziamo a conoscerla salendo all'Eremo delle Grazie a Monteluco. Qui san Francesco ha vissuto alcuni tempi della sua vita in piccole celle.
Non essendo riusciti a metterci in contatto prima, arriviamo al Santuario e chiediamo di poter celebrare. Il giovane postulante è probabilmente appena arrivato al Santuario perché notevolmente in difficoltà nel presentarci i luoghi più importanti del convento. Riusciamo comunque a celebrare facendo memoria del nostro patrono San Donato e ricordiamo nuovamente l'origine di questa esperienza mentre ringraziamo per la possibilità di crescere nella fede all'interno di una comunità cristiana. Visitato il convento, entriamo nel bosco limitrofo all'Eremo conosciuto come "bosco sacro" fin dai tempi della presenza dell'impero romano. Qui troviamo delle grotte abitate da santi e beati, tra questi Sant'Antonio da Padova.
La prima chiesa che visitiamo è dedicata a San Gregorio Magno, una delle quattro chiese dedicate al santo. Ci colpisce la cripta che per la sua conformazione ci ricorda quella dell'Abbazia. La giornata è ancora caldissima, per questo optiamo per l'utilizzo della scala mobile che ci porta alla Rocca, struttura costruita nel 1359 per onorare la visita del Papa Innocenzo VI. Poiché noi sappiamo già tutto e, quando non sappiamo andiamo a guardare su Google, evitiamo anche il museo presente nella Rocca ma non rinunciamo a una camminata lungo l'acquedotto, teatro del "sentiero dei condotti". Non possiamo però non fare tappa al Duomo. Una lunga scalinata introduce la piazza e conduce al portico antistante l'ingresso alla chiesa. Al suo interno troviamo opere di Filippo Lippi e del Pinturicchio.
Come avrete capito, una delle nostre principali attività è quella di cercare un posto dove mangiare. Scartate alcune opzioni che si prospettavano alquanto controtendenza tipo locali in cui si mangia con le mani, optiamo per un ristorantino tipicamente da menù turistico che, alla fine, ci soddisfa anche perché, accanto alle pietanze già conosciute, il ristoratore ci fa giungere assaggi di gnocchetti al sugo di cinghiale, panzanella per terminare poi con biscotti e vino liquoroso e un ottimo caffè.
La via del ritorno è caratterizzata dal sonno che prende la maggior parte del gruppo, ma arrivati al l'ostello tutti sono attenti nel vivere il momento conclusivo della giornata dove la memoria diventa ringraziamento e la preghiera non una consuetudine ma un'urgenza. Dio ci benedica!
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