domenica 11 agosto 2013

È chiarissimo: Gesù è con noi.

L'acqua arriva solamente quando per noi è l'ora di uscire, anche perché dobbiamo traslocare in un'altra struttura e vogliamo celebrare la Santa Messa nella chiesa di Santa Chiara, visto che oggi ne è la festa. Don Roberto ci precede per poter arrivare in tempo per la concelebrazione, il resto del gruppo scarica i bagagli nei nuovi alloggi e ugualmente arriva in tempo per l'inizio della Messa. Colui che presiede ricorda come il primo biografo di Francesco e di Chiara, Tommaso da Celano, abbia proposto una singolare sintesi della vita della santa: "Chiara di nome, ancor più chiara per lo stile di vita, chiarissima per le virtù". Commentando queste parole ci presenta una donna forte, coraggiosa e tenace e ci lascia una domanda: Chiara è una donna di un tempo passato o può essere maestra per la vita di oggi?  Dopo la Messa il don torna all'ostello con quanti vogliono sistemarsi con una doccia rinfrescante, altri invece si fermano in città e possono così vedere la parata che accompagna sindaco e vescovo alla solenne celebrazione delle ore 11.00. Anticipiamo a mezzogiorno il pranzo e torniamo alla Locanda del Podestà (vedi foto!). Ormai siamo diventati esperti di primi piatti e secondi a base di carne, ma oggi possiamo anche cimentarci nella scelta del vino. Così, questa volta, non è solo don Roberto ad assaggiarlo. Il clima è festoso e ci alziamo soddisfatti. Decidiamo di avere a disposizione del tempo perché, singolarmente o a piccoli gruppi, si possa visitare la città, i luoghi non visti insieme o ritornare nelle principali chiese di Assisi. C'è chi si reca a San Pietro, sant'Apollinare e Santa Maria Maggiore per poi ritornare alla tomba di Francesco e di Chiara, e chi visita la Chiesa Nuova costruita là dove c'era la casa di Pietro Bernardone, padre del Santo Poverello. Tra i luoghi meno conosciuti, la piccola chiesetta costruita là dove la tradizione narra sia nato il Santo di Assisi. Accanto, un personaggio per lo meno curioso ci esorta a entrare in quello che lui chiama "museo". L'impressione è quella di entrare in una sorta di soffitta dove sono finiti una serie industriale di oggetti risalenti a epoche diverse con una organizzazione molto curiosa. Troviamo oggetti davvero interessanti che attirano la nostra attenzione. Le cinture di castità, come lo strumento per raddrizzare le corna, sono dei cimeli e si commentano da se. Nella foto troverete invece il riferimento a strumenti necessari di uso quotidiano (o quasi), che ci dicono come sia bello poter espletare i bisogni primari in luoghi che noi chiamiamo normalmente "bagni". Il direttore dell'insolito museo vorrebbe convincerci a lasciare un'offerta, pensiamo che sia meglio spendere altrove il nostro denaro! 
Ci siamo dati appuntamento al parcheggio di San Giacomo alle 16.45. Il don ci ha proposto un momento conclusivo di questa esperienza anticipandolo a stasera perché Marco e Marika lasceranno il gruppo per la loro vacanza. I padri di San Damiano ci offrono la possibilità di utilizzare una piccola e deliziosa cappella dove viviamo il rito della consegna del Tau. Questa lettera dell'alfabeto ebraico, nel libro di Ezechiele è indicata come il segno di coloro che sono salvati. Francesco ha amato molto questo segno, che vedeva riproposto dal suo abito e nel modo in cui portava ai fianchi il cingolo, ma soprattutto era segno del suo profondo amore per Cristo, povero e crocifisso; un amore così grande da portarlo a vivere nel suo corpo il dono delle stigmate, massima partecipazione al mistero dell'amore redentivo di Cristo. A ciascuno don Roberto regala un'immagine del Santo che ci ha accompagnato in questo giorni, arricchita da un pensiero rivolto a ciascuno. Il piccolo Tau è legato a un braccialetto, utilizzabile anche per la preghiera del santo Rosario. Inoltre, accompagna il rito di due cartoncini, uno che racconta proprio il significato del Tau, l'altro che riporta la benedizione a Frate Leone le cui parole sono spesso da lui utilizzate quando benedice. Il clima si colma di profonde emozioni quando chiamati per nome tutti riceviamo questi doni. Ma ancor di più quando lui stesso ci chiede di essere benedetto dalla nostra preghiera. È certo un momento che ci ricorda l'ormai prossimo distacco, ma ci fa sentire privilegiati nel vivere minuti di così intensa comunione. Le lacrime sono, per alcuni di noi, il modo visibile per dire il bene, un bene ricevuto, condiviso e che per la sua autenticità non può certo terminare. Sul sagrato della piccola chiesa, riceviamo l'invito a fare insieme un canto, la preghiera di San Damiano. L'emozione diventa ancora più intensa quando veniamo a sapere che proprio oggi è mancato lo zio di Alessandra. 
Tornati all'ostello, salutiamo i nostri amici e ci prepariamo a vivere una nuova serata in allegria. La sagra di Colcaprile, organizzata a Santa Maria degli Angeli, fa per noi e, mentre le voci e le musiche della band New Tropical inondano l'aire, consumiamo un'ottima cena: bruschette, braciole, patatine, tagliate e uno spettacolare stinco! Siamo attratti dalle danze dei nostri nuovi idoli ma, dopo aver attirato l'attenzione con una nuova gara di Ninja (assoluto protagonista Mauro, 5 vittorie), torniamo all'ostello. Sorpresa: un gruppo di Padova, nel frattempo, ha occupato le altre stanze che questa mattina erano libere. Non potendo poi condividere all'interno il momento finale della giornata, stiamo fuori. Nonostante la stanchezza il momento di carica di più grande profondità. In tutti c'è la convinzione di aver vissuto un'esperienza arricchente e la consapevolezza che la forza della nostra unione non sta solo nella nostra volontà, ma soprattutto è originata nella fede in Gesù Cristo, vivente in mezzo a noi. Come aiuto al riposo, poiché siamo un po' tutti depressi per l'imminente conclusione della vacanza, accogliamo con grande favore il liquore alla liquirizia che don Roberto ci offre. Gloriosa Santa Chiara, prega per noi! 






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